
02 Ago 5° CASO CLINICO | REVISIONE COMPLESSA DI PROTESI ANCA
Il caso in questione riguarda una paziente residente a Taranto di 72 anni che aveva subito un intervento di protesi anca dx 17 anni prima a causa di una grave displasia congenita d’anca.
Mi è stata indirizzata da un collega fisiatra a causa di dolore, zoppia e in seguito ad una radiografia che evidenzia mobilizzazione del cotile con sfondamento dell’acetabolo ( rx preoperatoria).
Durante la visita evidenzio una dismetria di 3 cm dell’arto in questione (più corto) oltre che dolore alla mobilizzazione dell’anca. Spiego quindi alla paziente che è necessario un intervento di revisione del cotile; in caso contrario quest’ultimo avrebbe continuato a “mangiare” l’osso del bacino fino a sfondarlo completamente.
E’ un caso da studiare accuratamente in quanto essendo state utilizzate delle viti per ancorare meglio il cotile all’osso del bacino durante il primo intervento, queste ultime potrebbero essere migrate fino ad entrare in contatto con delle strutture “nobili”. Quindi faccio eseguire angiotac del bacino che evidenzia in effetti una stretta vicinanza tra una vite e un ramo dell’arteria ipogastrica. In caso non avessi fatto questo accertamento supplementare e avessi proceduto senza precauzioni alla rimozione di quella vite si sarebbe potuta produrre una lacerazione di suddetta arteria mettendo a rischio la vita della paziente.
Per evitare questo infausto evento ho chiesto quindi la collaborazione dell’insigne collega il Professor Andrea Rignano, Docente di Chirurgia Vascolare e Angiologia Scuola di Specialità dell’Università degli studi di Milano, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Vascolare e Angiologica degli Istituti San Siro e Sant’Ambrogio di Milano.
L’intervento è stato eseguito in anestesia generale presso l’Istituto Clinico San Siro di Milano; una prima fase in cui il Prof. Rignano attraverso laparotomia è riuscito ad isolare le arterie ipogastriche e ad isolare le viti. Successivamente io ho potuto eseguire il mio intervento in sicurezza rimuovendo le viti ed il cotile senza difficoltà né complicazioni. Quindi ho utilizzato dell’osso di banca tritato cercando di ricostruire il fondo dell’acetabolo su cui ho fissato un cotile in tantalio che ha un altissimo potere di osteointegrazione fissato con 3 viti per sicurezza. Lo stelo appariva ben integrato quindi decido di non cambiarlo.
Le radiografie di controllo sono state ottime sin da subito (vd rx postoperatoria) come il decorso post operatorio della paziente che ha deambulato senza stampelle dopo 2 mesi dall’intervento. E’ molto contenta ed è potuta tornare alle sue attività senza limitazione.
In conclusione quindi è molto importante rivolgersi a chirurghi esperti in protesica e revisione d’anca perché sono interventi che possono nascondere molte insidie a volte di gravissima entità.
Dott. Pierantonio Gardelin
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