
01 Dic Artrosi, il trapianto di cellule mesenchimali che evita la protesi al ginocchio
L’artrosi al ginocchio e ad ogni altra articolazione, è una delle patologie più diffuse tra gli over 50: il dottor Pierantonio Gardelin, specialista in chirurgia ortopedica, durante la trasmissione TV “Buonasera Dottore”, illustra la tecnica mininvasiva del trapianto di cellule staminali mesenchimali che evita la protesi del ginocchio.
Al Centro Nazionale Artrosi di Monza, lei esegue una tecnica innovativa con cellule mesenchimali che evita la protesi al ginocchio. Come funziona?
Il trapianto di cellule mesenchimali per l’artrosi è una tecnica innovativa, che si esegue ormai da diversi anni, con risultati straordinari. Il trattamento si esegue con cellule staminali mesenchimali, cioè cellule immature e indifferenziate prelevate dal grasso del paziente e infiltrate nel ginocchio, o in qualunque altra articolazione in cui sia presente artrosi, perché hanno una forte azione antinfiammatoria, antidegenerativa e stimolano la produzione di cartilagine. Lo scopo del trapianto di cellule mesenchimali è evitare che la malattia artrosica in fase avanzata progredisca fino ad arrivare alla necessità di una protesi. Il trattamento è una procedura ambulatoriale che avviene in 3 fasi:
- si esegue anestesia locale
- si effettua il prelievo di grasso dall’addome o dalle cosce con aghetti lunghi e sottili che richiedono una incisione di 3mm. Il grasso prelevato finisce in una speciale siringa in cui ci sono delle microsfere di metallo che eseguono una microframmentazione del grasso separando le cellule mesenchimali intatte dal prodotto di scarto.
- si infiltrano nel ginocchio solo le cellule mesenchimali, estratte sotto forma di una specie di “pappetta” cellulare, e trasferite sterilmente in una speciale sonda aghiforme. Iniettate nei punti desiderati dell’articolazione del ginocchio, grazie alla guida di un apparecchio radiologico, iniziano a sviluppare il loro effetto antinfiammatorio, antidegenerativo e di stimolazione della cartilagine.
Di quanto tempo di riposo ha bisogno il paziente dopo il trapianto?
In realtà nessun riposo particolare: subito dopo la terapia, il paziente cammina senza l’ausilio di stampelle, non ha bisogno di fisioterapia o degenza, dopo mezzora torna a casa, e può riprendere le proprie attività normali, magari senza esagerare con attività fisica o carichi.. Nulla di particolare, quindi, se non un riposo normale.
Quanti trattamenti servono?
È sufficiente una somministrazione unica. Tuttavia, il trapianto di cellule mesenchimali non è l’unico trattamento innovativo: con la laserforesi, uno speciale apparecchio tecnologico che usa la potenza della luce laser, è possibile veicolare all’interno dell’articolazione una quantità di farmaci che risulterebbe troppo dolorosa con la semplice infiltrazione. La lasesrforesi, in combinazione con il trapianto di cellule mesenchimali, aiuta a creare un ambiente meno infiammato su cui le cellule trapiantate possono agire nel miglior modo possibile.
Infine, si può prevenire l’artrosi?
L’artrosi è una patologia degenerativa cronica, infiammatoria e va combattuta giornalmente a tavola con una corretta alimentazione e integratori naturali che abbassano l’infiammazione, insieme a una regolare attività fisica perchè la muscolatura è importante per mantenere stabili le articolazioni artrosiche. Infatti, proprio perché malate, le articolazioni artrosiche hanno problemi di instabilità; pertanto, movimento, fisioterapia e un buon recupero muscolare sono la migliore terapia.
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