Coxartrosi, rischiare di rinunciare al proprio lavoro e passione a causa dell’artrosi. La storia di un paziente istruttore di arti marziali

Coxartrosi, rischiare di rinunciare al proprio lavoro e passione a causa dell’artrosi. La storia di un paziente istruttore di arti marziali

Istruttore e praticante di arti marziali, questo paziente soffriva di artrosi all’anca destra. La coxartrosi poteva mettere a rischio la sua carriera e passione, ma grazie alla protesi di rivestimento non ha dovuto rinunciare a nessuna delle due. Ecco la sua storia raccontata dal dottor Pierantonio Gardelin, esperto in chirurgia ortopedica.

“Sportivo, istruttore di arti marziali, 46 anni. Questo era il giovane paziente che, circa un anno fa si era presentato al mio ambulatorio perché accusava forte dolore all’anca destra – racconta il dottor Pierantonio Gardelin -. Il dolore era talmente forte da rischiare di mettere in pericolo il lavoro nella sua palestra. Gli ho prescritto una radiografia che ha evidenziato un’artrosi avanzata all’anca destra, causata da un conflitto femoro-acetabolare. Il suo desiderio era di curare il problema con infiltrazioni di cellule mesenchimali ma, nel suo caso, gli ho spiegato che questo tipo di intervento non sarebbe stato efficace. Infatti, la sua problematica era sia meccanica che infiammatoria, derivata da un’anomalia anatomica che non si cura né con cellule mesenchimali, né con integratori per rigenerare la cartilagine. Inoltre, lo stato di avanzamento dell’artrosi era molto grave, il che avrebbe reso inutile l’intervento con le cellule mesenchimali. Se voleva davvero tornare a praticare sport e non perdere il lavoro, l’unica soluzione a cui doveva affidarsi era la protesi, anche perché il tipo di sport che praticava e insegnava è molto usurante per le anche, e quindi senza l’intervento avrebbe dovuto abbandonare la sua attività. La tecnica protesica che ho scelto per lui è la protesi di rivestimento della testa femorale; così, è stato possibile mantenere la testa del femore, che è stata ricoperta con una coppa di metallo, scegliendo una soluzione di materiale metallo-metallo, beneficiando sia della sua resistenza che della bassa usura. In questo modo, il paziente è potuto tornare al suo sport e lavoro senza complicazioni. Ora è decisamente soddisfatto, da 6 mesi ha ripreso completamente la vita normale ed è contento di aver scelto la protesi per risolvere definitivamente il suo problema.”

photo: pixabay.com

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