Buonasera Dottore,
Sono uno sportivo agonista da 21 anni quasi, recentemente ho iniziato ad accusare dolore durante il normale svolgimento della pratica sportiva.
Ho effettuato una risonanza magnetica, strutture meniscali, tendinee e legamentose regolari. Unica irregolarità: una “formazione tondeggiante di 7mm con segnale simil condrale” , addossata al profilo del condilo femorale mediale, nella porzione anteriore della gola intercondiloidea.
Ho sentito il parere di due ortopedici della mia zona (Provincia di Chieti). Uno dei due mi ha consigliato di frammentarla con onde d’urto ed eventualmente altri trattamenti fisioterapici. L’altro specialista mi ha consigliato, considerata la mia giovane età (27 anni) un “lavaggio” chirurgico non invasivo dell’articolazione.
I due approcci (chirurgico e conservativo) ricevuto praticamente a distanza di 5 giorni l’uno dall’altro, mi hanno un pochino disorientato. Potrei avere un suo parere a riguardo?
Buonasera, se vi è una neoformazione condrale all’interno del ginocchio non è possibile “bombardarla” con le onde d’urto. Anch’io consiglierei un intervento in Artroscopia per la rimozione.
Cordiali saluti
Buona sera dottore o fatto l’anca destra mese di luglio preso infezione rifatto intervento e messo spaziatore antibiotico rifatto protesi da 20giorni ma o dolori atroci a camminare dal gluteo al ginocchio grazie
Buongiorno, dopo soli 20 giorni da una revisione di protesi d’anca può essere normale avere dolore.
Questo dolore potrebbe anche derivare dai nervi della colonna vertebrale.
Cordiali saluti
Buongiono dottore, ho 50, anni faccio sport regolarmente ed intendo a continuare a praticarlo,. Da RX ed RNM al ginocchio sx risulta vistosi fatti artrosici, soffetenza ossea del piatto tibiale esterna, artrosi tricompartimentale accentuati nel lato femore-rotuleo. Ho dolori quando fletto la gamba oltre i 90 gradi. È utile il trattamento lipogems? Grazie
Buonasera, il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo rappresenta il più indicato per l’artrosi al ginocchio.
Ovviamente non ricostruisce la cartilagine consumata ma previene il suo ulteriore consumo.
Cordiali saluti
Salve Dottore, per una contropatia femoro-rotulea di primo grado è indicato il trattamento con cellule staminali mesenchimali? Pratico sport tutti i giorni ad alti livelli ed ho paura che nonostante non avverta dolore quando mi muovo la situazione possa degenerare in futuro. Lei cosa mi consiglia?
Buongiorno
Se il suo ginocchio mostra già una sofferenza cartilaginea anche se iniziale è comunque destinato ad usurarsi nel tempo anche senza dolore
In più facendo attività sportiva intensa questa possibilità aumenta.
Il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo rinforzerebbe la cartilagine in modo da renderla meno usurabile.
Si attua anche in pazienti asintomatici
Cordiali saluti
Dott. Pierantonio Gardelin
Buonasera Dottore
ho eseguito MOC femorale e rachide lombare di controllo. Ho 55 anni e sono in menopausa da circa 5 anni. L’esito del femore sinistro (io accuso dolori al destro) evidenzia T-Score di -2.50 mentre lo studio densitometrico al rachide lombare evidenzia T-Score di – 1.49. Le chiedo se eventualmente se lei si occupa anche di questa patologia.
Egr. Dottore,
sono una ragazza di 28 anni, normopeso, ed ho sempre fatto attività fisica.
circa 5 anni fa, dopo uno sforzo in palestra ho iniziato ad accusare un dolore fortissimo alla gamba sinistra, nella fascia anteriore/interna della coscia.
questo dolore inizialmente regrediva spontaneamente e dopo poco. col passare del tempo, invece, è stato sempre più frequente e più intenso, tant’è che ho interrotto l’attività sportiva. attualmente questo disagio lo ho anche a riposo, ad entrambe le gambe ed associato a pizzicori, bruciori e fastidi. non riesco a fare passeggiate o a stare in piedi per troppo tempo. nell’ultimo anno sono comparsi dolori sui glutei, all’inguine e ai fianchi, sopra l’inguine non lateralmente, che ormai avverto quotidianamente.
ho fatto numerosi accertamenti, dai quali è emerso :
nella EMG: sofferenza neurogena cronica di entità moderata nei territori muscolari di pertinenza radicolare l4,l5 di sinistra, lieve sofferenza del nervo cutaneo laterale del femore di sinistra,
dalla RM del bacino: modeste disomogeneità delle contrapposte superfici coxofemorali con sfumata sofferenza contrale e dell’osso subcondrale, più evidente a livello dei tetti acetabolari. non attuali focolai di sofferenza osteocondrale. nelle coxofemorali è presente un impegno reattivo sinoviale bilaterale con falda fluida intrarticolare, più significativa a sinistra. non alterazioni morfologiche e di segnale a carico delle teste femorali. modesto impegno reattivo a carattere infiammatorio a carico delle componenti tendinee in sede peritrocanterica bilaterale. sostanzialmente nella norma le componenti muscolo tendinee visualizzate. modesto ispessimento del nervo cutaneo laterale del femore in prossimita della sias di sinistra con sfumata alterazione dell’intensità del segnale come per sofferenza di modesta entità. si associano alterazioni reattive loco regionali a livello delle inserzioni tendinee della spina iliaca antero superiore.
ho effettuato anche la rm alla zona lombo sacrale ed alla gamba, nonché ecografia all’addome, il tutto senza esito positivo.
attualmente ho effettuato la prima infiltrazione di acido ialuronico alle anche, come prescrittomi dall’ortopedico. tuttavia non vedo miglioramenti dopo una settimana, anzi, i problemi sono persistenti.
volevo chiederle se ritiene che questo sia l’approccio più adeguato alla mia condizione, e se, eventualmente a fine del ciclo di 3 infiltrazioni la terapia non funzionasse, cosa dovrei fare e se esiste un rimedio definitivo.
La ringrazio
la sua storia clinica non è di facile interpretazione. L’EMG positiva ci porta a pensare ad un dolore di tipo nevralgico quindi consulterei un neurologo in gamba. Poi mi aggiorni tramite mail dott.gardelin@gmail.com.
Intanto finisca il ciclo di acido ialuronico incominciato chiedendo al collega che lo esegue di farle il test alla lidocaina in modo da fare diagnosi differenziale con una problematica di anca.
Faccia fisioterapia nel senso di trattamenti manuali (anche osteopatia) + esercizi di ginnastica posturale per rinforzo muscolare, propriocettiva, core stabilità e stretching.
Buongiorno professore mia figlia ha 14 anni ed ha un distacco di cartilagine dovuto ad un trauma sportivo. Ci hanno prospettato intervento artroscopico di ripristino della cartilagine distaccata e trattamento con cellule mesenchimali. Ci sono controindicazioni per questo trattamento vista la giovane età?
Buongiorno,
ho 33 sono affetto da alluce rigido da 3 anni. Sono un professionista dello sport e non ho nessuna intenzione di smettere. Ho provato molte terapie fra cui anche infiltrazioni di cortisone, il dolore non è mai calato. L’artrosi non è ancora in stadio avanzato, fortunatamente sta degenerando lentamente ma di anno in anno perdo sempre più mobilità e il dolore aumenta, oltre che avere un evidente ingrossamento dell’articolazione dell’alluce. Ovviamente come immaginerà ho già visto molti suoi colleghi ma non ho intenzione di farmi nessun intervento chirurgico nel breve termine. Ritiene che potrei fissare un consulto con Lei per valutare soluzioni alternative all’intervento?
purtroppo non mi occupo di patologie del piede mi spiace.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Alessandro Mati
28 Giugno 2020 al 14:12 - Rispondi
Buongiorno Dottore Mi chiamo Alessandro , ho soltanto 27 anni.
Sono affetto da artrosi dell’ anca bilaterale. Fino a a maggio 2020 non ho mai avuto dolori o fastidi ma dalla fine della pandemia inizio ad accusare , dolori , fastidi e limitazione di mobilità. L’ ortopedico specialista per le anche che mi ha visitato ha dato come responso artrosi anca bilaterale sottoponendomi a infilitrazione di acido jaluronico 15 giorni fa.
Da piccolo all’ età di 13 anni sono stato sottoposto ad invervento di osteotomia coxofemorale bilaterale per pregressa epifisiolisi bilaterale con lato peggiore a sinistra.
Essendo molto giovane sono davvero impaurito.
Il professore specialista per le anche che mi operò anni fa a firenze purtroppo è andato in pensione e mi fidavo ciecamente. Avrei piacere di parlare con lei , avendo letto grandi cose sul suo operato , per arrivare ad una possibile soluzione.
Io vivo a firenze , visita anche da queste parti Dottore ? In quale modo possiamo metterci in contatto?
Buongiorno,
purtroppo non visito a Firenze. Visito a Roma attraverso il Centro Nazionale Artrosi di Monza o a Milano.
Trova tutte le info a questo link: https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Salve dottore io mi chiamo antonio ho 47 anni circa 22 anni fa ho fatto un incidente di moto procurandomi la rottura del legamento collaterale esterno menisco e quasi rottura del legamento crociato anteriore e frattura della spina tibiale tutto questo al ginocchio sx.
E chiaro che dopo 22 anni sarebbe uscita l’artrosi ma non ho ma i sofferto molto tranne che nell’ultimo periodo dopo la pandemia.
Il ginocchio dx invece soffre di condropatia rotulea ma non so di grado problema che usci fuori nel lontano 2013 assieme al conflitto femore acetabolare ma che facendo un lavoro di rinforzo muscolare risolsi pienamente
il problema.Nel 2018 poi l’anca dx incomiciò a darmi molto fastidio e decisi di contattare l’ortopedico che mi consigliò un trattamento da lui messo a punto per gli inoperabili e i pazienti giovani il trattamento si chiama C.A.S.L.I.T.in artroscopia il quale consisteva nello strecting meccanico degli adduttori rompendo tutte le calcificazioni che c’erano lavaggio dell’articolazione e inniezione di acido iarulonico risultato vine dolori e fastidi
Ora che è successo il 16/02/2020 sono caduto al lavoro da una scala procurandomi una frattura composta del trochide omerale sinistro dopo un mese scarso mi sono ritrovato con gli stessi e identici dolori alle ginocchia il sinistro con un po di versamento il dx no ma molto dolente(tengo a precisare che il ginocchio sx alcuni mesi prima si era gonfiato ma che dopo alcuni giorni con applicazione di ghiaccio era tornato come prima)quindi daccapo torno agli esercizi ma purtroppo questa volta a farli sempre iniziano a essere doloranti alle le ache la dx molto la sinistra meno ora mi chiedo quale beneficio posso trarre dalle cellule mesenchimali
visto che si tratta di problematiche artrosiche il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo è sicuramente consigliato sia per calmare la sintomatologia sia per nutrire la cartilagine rimasta e rinforzarla in modo da ritardare un ulteriore suo consumo.
Ovviamente come lei ben sa la fisioterapia costante è un supporto fondamentale al buon funzionamento delle sue articolazioni.
Buongiorno Dottore,
mi chiamo Rosina e ho 45 anni.
In seguito ad un forte dolore al ginocchio e alle anche ho fatto una risonanza da cui è risultata un’artropatia degenerativa femoro-tibiale e femoro-rotulea con focale lesione osteocondrale nella zona di carico, rotula in iperpressione esterna, versamento articolare e menisco bicompartimentale. Ho eseguito anche raggi alle anche dove il referto parla di iniziali fenomeni coxo-artrosici bilaterali con sclerosi dei tetti acetabolari e lieve riduzione dello spazio articolare.
Dopo i risultati ho effettuato delle terapie dal fisioterapista e delle infiltrazioni di acido ialuronico al ginocchio, sotto consiglio dell’ortopedico. Nonostante le terapie che sto eseguendo, il dolore alle anche è molto forte e mi limita nei movimenti più banali.
Volevo chiedere a Lei un suo consiglio e parere.
Cordiali saluti, Rosina.
se potesse inviare le immagini delle radiografie alla mia segretaria, la cui e-mail si trova a questo link: https://pierantoniogardelin.it/contatti/, potrei essere più preciso nei consigli.
Buongiorno signora,
non potendo vedere le immagini non riesco a darle una risposta accurata comunque la problematica alle anche non sembrerebbe rilevante. Al ginocchio invece potrebbe esistere una problematica degenerativa più importante.
Alcune domande: ha problemi di dolore alla colonna vertebrale? Fa attività sportiva? È normopeso?
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Daniele Vaccari
26 Febbraio 2020 al 16:31 - Rispondi
Buongiorno Dottore, mi scusi ma la protesi con rivestimento della testa femorale di cui lei parla ed è sostenitore, per quali casi risulta idonea ?? Le problematiche metallo-metallo legate ai “detriti” o al rilascio di ioni metallo nel sangue, sono ancora presenti o sono state ovviate ?
Grazie
Daniele TV
Buonasera, ho 63 anni e da due mesi ho un dolore che coinvolge la parte laterale interna del ginocchio . Il dolore si manifesta quando il ginocchio è sollecitato a carico, esempio quando mi alzo da un divano o scendo le scale . Nel salire le scale o nel camminare avverto un leggero fastidio .
Responso RX DX sotto carico
I rilievi appaiono invariati rispetto al precedente controllo del 14.09.2016
Sostanzialmente conservata l’ ampiezza della rima articolare femoro-tibiale sia nel comparto mediale che laterale. Iniziale sclerosi subcondrale a livello dell’ emipiatto tibiale laterale. Non evidenti calcificazioni dei tessuti molli periarticolari. Tenore calcico nei limiti.
Responso R.M.
Risolto il problema della spongiosa di significato algodistrofico a livello condilo femorale mediale. Si segnala la comparsa di area di edema della spongiosa da sofferenza dell’ osso subcondrale a livello dell’ emipiatto tibiale mediale senza delimitazione attuale di focolai di osteonecrosi. Disomogeneità d’ intensità di segnale della cartilagine sovrastante come per fenomeni di condromalacia. In corrispondenza del corno posteriore del menisco mediale permane apprezzabile disomogeneità d’ intensità di segnale come per fenomeni degenerativo- meniscosici, senza immagini di rottura a tutto spessore nel suo contesto. Invariati i rilievi pertinenti al menisco laterale , ai crociati, ai collaterali , al tendine rotuleo ed al tendine del muscolo quadricipite . Rotula sostanzialmente in asse con disomogeneità d’ intesità di segnale della cartilagine femororotulea come per fenomeni di condromalacia soprattutto a livello della faccetta mediale della rotula ove si delimita piccola area di esposizione dell’ osso subcondrale estesa per circa 4 mm. Minima falda di versamento intrarticolare con associato ispessimento della plica sinoviale sovrapatellare, dimensione fluida della borsa anserina all’interno della quale si riconosce un corpo non calcifico del diametro di 7 mm.
Puo’ dirmi qualcosa in merito agli esiti sopra esposti ?
come già successo in precedenza allo stesso suo ginocchio c’è una sofferenza ossea questa volta a carico del piatto tibiale mediale. Non so come abbia risolto una medesima problematica ma normalmente io consiglio di non sovraccaricare il ginocchio, terapia intramuscolare con clody ed eventuale magnetoterapia di supporto. In questo periodo di dolore è molto importante non perdere il tono muscolare facendo esercizi di potenziamento isometrico.
Risolta la problematica ossea tratterei quella cartilaginea (soprattutto a carico della rotula) con delle infiltrazioni locali. Si va dal classico acido ialuronico a quelle di medicina rigenerativa con sistema APS o con utilizzo di mesenchimali dal tessuto adiposo. Infine valuterei anche un plantare con Cuneo pronatorio/valgizzante per cercare di scaricare il compartimento mediale.
Dottore Buongiorno,volevo chiedere:sono affetto da una necrosi alla testa del femore SX di grado sero la soluzione e’ chirurgica/protesi o posso pensare ad un BHR o meglio ancora cellule mesenchimali ???
Buongiorno,
la necrosi della testa femorale non è una controindicazione assoluta per la protesi di rivestimento che può essere una delle possibili soluzioni protesiche.
Al contrario le cellule mesenchimali sono inutili perché agiscono sulla cartilagine e non sull’osso.
Salve gentilissimo Dott. Ho 36 anni e faccio il vivaista dopo un incidente nel 2006 ad oggi sono aumentati i dolori all anca dx che mi misero un chiodo endomidollare per la frattura della testa del femore e il femore mi so fatto una rm ed i risultati sono: ispessimento in stir della capsula articolare coxo-femorale, cui si associa irregolarità della cartilagine articolare, come da capsulite e coxartrosi. A livello della testa – collo femorale coesistono minute cisti subcondrali. Alterazioni del segnale a livello della sincondrosi sacro-illiaca destra con estese aree di sostituzione adiposa a livello dell osso sacro e illiaco, ove si associano piccole aree di edema della spongiosa. Questo è per l anca e poi ho tutte e 2 Ginocchia con disomogeneità intensitometrica del corpo adiposo di Hoffa con ispessimento delle pliche sinoviali. Versamento intra ed extra articolare. Ispessimento ed iperintensita in t2 della sinovia retrorotulea. Disomogeneità della cartilagine retrorotulea da riferire a condropatia rotula. Piccola cisti di baker 2,5 cm. Questo è più o meno tutto quello che c’è poi nn vi ho scritto anche i problemi a livello lombosacrale perché mi interessa nn soffrire più a livello dell anca e ginocchio e di poter lavorare tranquillamente… Possiamo risolvere il problema con le cellule mesenchimali?? In attesa di un suo riscontro le porgo i miei cordiali saluti…
Buongiorno,
dal referto dei suoi esami lei sembrerebbe un candidato ideale per il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo per l’anca e le ginocchia in quanto artrosiche ma non in maniera grave.
Tuttavia la complessità del suo quadro (esiti di frattura, problematiche alla colonna) mi fa consigliare una visita per inquadrare nella totalità le sue problematiche.
Buongiorno,
in medicina può capitare che una terapia non funzioni, non c’è mai certezza assoluta nella riuscita né in un intervento chirurgico né in una terapia. Le cellule mesenchimali sono il miglior trattamento per l’artrosi, hanno una percentuale di fallimento molto bassa, ma non sono miracolose, come qualcuno potrebbe essere portato a credere, non annullano totalmente le limitazioni della mobilità, non fanno ricostruire la cartilagine consumata che non c’è più, ma permettono di conservare quella residua. Per questo motivo bisogna sempre accompagnare il trattamento con cellule mesenchimali a un sano stile di vita praticando attività fisica adeguata e costante, esercizi di fisioterapia e un’alimentazione corretta per aumentare di molto le percentuali di successo.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Alessandra Milo
25 Gennaio 2020 al 17:56 - Rispondi
Buongiorno Dott.Gardelin,
In seguito a un trauma, dopo varie diagnosi e terapie sbagliate, mi hanno diagnosticato una sacroileite monolaterale da trauma.
Tutto ebbe inizio da una caduta dalle scale 8 mesi fa, atterrando sul bacino destro.
Ho eseguito risonanza magnetica lombo-sacrale e al bacino, una radiografia al bacino, elettromiografia, visto un fisiatra, ortopedico, neurochirurgo, terapista del dolore e tutti concordono in una sacroileite monolaterale da trauma.
Dagli esami non risulta nulla, solo la sacro-iliaca di destra chiusa e una leggera rotazione del bacino.
Ho eseguito sessioni di fisioterapia e osteopatia, ma la situazione non si risolve.
Fatto cure farmacologiche e in ultima ho eseguito una infiltrazione con cortisone ecoguidata 4 giorni fa (con ecografo hanno rilevato un’edema a 3cm) nell’articolazione sacroiliaca, ma il dolore sembra aumentato da quel momento, soprattutto la mattina. È normale?
Non so come procedere e ho paura che qualcosa sfugge alla vera diagnosi.
Ho eseguito esami del sangue (VES, PCR, FR, EMOCROMO…) che ritirerò a breve.
Potrei avere un suo parere?
Grazie mille
Buongiorno,
purtroppo non sono un esperto di colonna e quindi neanche di sacroileite.
Mi spiace non esserle di aiuto.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Daniele Vaccari
16 Gennaio 2020 al 16:07 - Rispondi
Buongiorno Dottore,
sono un 58enne sportivo che, causa proprio l’eccesso di sport e 4 interventi artroscopici alle ginocchia, si ritrova con anca dx e ginocchio dx (flesso oltre 10°) da protesizzare . Noto una forte propensione degli ortopedici all’intervento e solo ultimamente un fisiatria mi ha consigliato di provare lo ialuronico all’anca che comincia a dolermi parecchio, soprattutto nel fare le scale. In bicicletta posso invece percorrere anche 200 km senza problema alcuno né all’anca né al ginocchio. Lo spazio articolare dell’anca appare limitato ma non ci sono osteofiti evidenti ma la forma è però ovalizzata e fatico ad accavallare la gamba o a spostarla mediamente causa il dolore. Per l’anca la cura con le mesenchimali sarebbe alternativa allo ialuronico ? Può avere senso nel mio caso? Potrebbe essere d’aiuto anche per il ginocchio ? Lei visita in Veneto ??
Grazie
Daniele
Buongiorno,
quando un ginocchio ha un deficit di estensione di 10 gradi se non viene recuperato con la fisioterapia purtroppo darà sempre problemi.
Il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo è una validissima alternativa all’acido ialuronico. Andrebbe bene sia per la sua anca che per il suo ginocchio e i trattamenti possono essere eseguiti in contemporanea. Va sottolineato che la cartilagine consumata non viene ricostruita ma si manterrebbe quel poco di cartilagine che rimane migliorando la sua sintomatologia. È sempre necessaria una corretta fisioterapia e attività sportiva costante (il ciclismo è ottimo).
Purtroppo non visito in Veneto.
Buona sera Dottore,sono una signora di 60 anni di Brindisi,soffro da qualche anno di artrosi al ginocchio sinistro con leggera zoppia della gamba sinistra,dalla diagnosi della radiografia del giugno 2018 si evidenzia quanto segue:Quadro di gonartrosi con discrete deformazioni di tutte le superfici ossee articolari,non segni di patologia a focolaio;ridotta in ampiezza la emirima articolare interna.apparente iniziale grado di atrofia calcare.
ho visto in televisione una sua dimostrazione di trapianto di cellule mesenchimali prelevate da tessuto adiposo,vorrei sapere se questo tipo di intervento andrebbe bene al mio caso e se mi consiglia una visita,potrei venire
a un centro di Taranto essendo più vicino alla mia città.La ringrazio infinitamente.
lo stato artrosico del suo ginocchio sembra abbastanza avanzato. Il trattamento con cellule mesenchimali è ottimo sia per quanto riguarda la sintomatologia che la prevenzione. Purtroppo non riesce a ricostruire la cartilagine consumata e quindi non riuscirebbe a darle un ginocchio perfetto, ma solo migliorato.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
raffaele volpe
30 Novembre 2019 al 20:30 - Rispondi
Buonasera,
mi chiamo Raffaele 55 anni, dalla provincia di Latina. Ho praticato ciclismo agonistico per 20 anni circa, da un’anno accuso dolori all’anca sx , fatte le radiografie e RSM mi è stato diagnosticata una marcata riduzione della cartilagine sia a sx che a ds ( premetto che è da 1 anno e mezzo che seguo la dieta antiartrosi pubblicata dal prof. Lanzetta e tanta ginnastica/ stretching). Consultato un Fisiatra mi ha consigliato infiltrazioni di acido ialuronico , ma leggendo i suoi commenti ho cambiato completamente idea, vorrei ritardare il più possibile la protesi . Le volevo chiedere essendo magro e non avendo grasso addominale è possibile fare le mesenchimali? ed eventualmente sapere se visita a Roma o nel centro Italia.
Grazie.
il grasso addominale non è l’unico punto da cui viene prelevato il grasso, nell’uomo a volte viene prelevato il grasso che si trova a livello dei fianchi nella parte latero-posteriore, chiaramente purtroppo non avere grasso rappresenta un limite per il trattamento con cellule mesenchimali.
Sì, visito saltuariamente a Roma, può contattare la segreteria del Centro Nazionale Artrosi di Monza per avere informazioni in merito alle prossime date in cui sarò a Roma.
Salve dottore sono una ragazza di 29 anni, peso 58 kg e ho una condropatia di II grado al ginocchio sinistro e ll- lll al destro, sono seguita in palestra da un fisioterapista da un anno e mezzo,non ho dolore ma ho solo un fastidio al ginocchio destro, ci sono giorni che lo avverto altri giorni che è quasi impercettibile, volevo sapere se ci sono altre possibilità per togliere questo fastidio oppure il metodo conservativo fatto con il rinforzo del quadricipite basti.
Volevo sapere anche, se un giorno dovessi avere una gravidanza se c’è il rischio di aggravare la situazione
avere una condropatia di secondo e terzo grado alle ginocchia alla sua giovane età è una problematica rilevante e la cosa più importante è trattarla nel migliore dei modi. Il peso in effetti ha la sua incidenza per cui nel momento in cui avrà una gravidanza la situazione potrebbe peggiorare. È fondamentale il rinforzo muscolare, ma anche una valutazione posturale per capire il perché la rotula ha lavorato male così tanto da provocare una degenerazione cartilaginea in così poco tempo ed è quindi importante lavorare con un fisioterapista specializzato a livello posturale.
La cosa migliore sarebbe nutrire la cartilagine con fattori di crescita che si prelevano dal sangue, ci sono dei ritrovati innovativi che uniscono ai fattori di crescita anche le proteine antinfiammatorie e questo device si chiama Aps, che è quello che le consiglierei.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
ELISABETTA LANDAU
24 Novembre 2019 al 12:06 - Rispondi
Buongiorno Dottore, scrivo da Milano mi chiamo Loredana e ho 77 anni. E’ da anni che soffro di dolori al ginocchio sinistro, che mi causano evidenti difficolta motorie. Mi hanno suggerito di valutare la protesi, ho sentito però che in taluni casi l’intervento potrebbe essere sostituito dal trattamento con le cellule mesenchimali. Nel mese di maggio 2019 mi sono sottoposta a RX GINOCCHIO DX e SN che ha evidenziato quanto segue: “bilateralmente di osserva appuntimento artrosico dei tubercoli intercondiloidei tibiali. A sinistra, a livello del comparto femoro-tibiale laterale di osserva deformazione delle superfici articolari che mostrano eversione osteofitaria marginale; concomita riduzione marcata di ampiezza dell’emirima articolare coinvolta e conseguentemente deviazione in valgo dell’asse di carico femoro-tibiale corrispondente. Appuntimento artrosico delle superfici articolari anche in sede femoro-rotulea. Le rotule sono state esaminate nella proiezione assiale a 45 gradi di flessione del ginocchio: a dx si osserva tendenza all’iperpressione esterna. ”
In seguito anche a RMN GINICCHIO/GAMBA DX e SX SENZA CONTRASTO che ha evidenziato:” Ginocchio DX: assottigliamento delle cartilagini dell’articolazione femoro-tibiale senza evidenti lesioni. Aumento del segnale a carattere degenerativo del corno posteriore del menisco laterale che presenta anche una fissurazione orizzontale. Non evidenti lesioni del menisco mediale. Legamenti crociati e collaterali non presentano particolarità di rilievo come il legamento rotuleo e il tendine del muscolo retto quadricipitale. Disomogenea segnale del tessuto sottocutaneo anteriore come presenza di borsite prerotulea. Rima articolare femoro-rotulea di ampiezza ridotta in piani esterni. Presenza di gavoccioli venosi nei piani posteriori della coscia. Ginocchio SN: note artrosiche che interessano in particolare il comparto esterno del ginocchio con presenza di osteofitosi del piatto tibiale. Aumento di segnale a carattere degenerativo di entrambi i menischi. I legamenti crociati e collaterali non presentano particolarità di rilievo. Presenza di versamento intraarticolare che si raccoglie sia nello sfondato sovrarotuleo che nella guaina del muscolo gastrocnemio semimembranoso. Non evidenti lesioni del legamento rotuleo e del tendine del muscolo retto quadricipitale, Edema dei tessuti sottocutanei, prevalentemente in piani anteriori. Rima articolare femoro-rotulea di ampiezza ridotta per assottigliamento delle cartilagini, prevalentemente sul versante femorale.” La ringrazio in anticipo e la saluto cordialmente
Buongiorno,
per il ginocchio destro in cui le problematiche artrosiche non sono avanzate, il trattamento con le cellule mesenchimali è sicuramente un trattamento di elezione e consigliato come terapia preventiva.
La terapia con cellule mesenchimali non fa ricostruire la cartilagine consumata che non c’è più, ma permette di conservare quella residua, quindi nel ginocchio sinistro soprattutto nel suo compartimento esterno laterale la situazione è già avanzata e non si ha la possibilità di dare una “restitutio ad integrum” a lunga durata: in questo caso sarebbe più indicato l’intervento di protesi che è un trattamento definitivo. Se a 77 anni lei dovesse decidere di non sottoporsi all’intervento di protesi la miglior alternativa è il trattamento con cellule mesenchimali che associato ad una buona fisioterapia e all’alimentazione corretta dà comunque la possibilità di una vita serena.
Buongiorno dottore ho 44 anni e soffro già da tempo di dolori e zoppia all anca destra.Le invio referto RM volevo gentilmente sapere se nel mio caso le cellule mesenchimali possano darmi beneficio dato che al momento vorrei evitare l’operazione avendo dei bambini piccoli.Grazie
RM BACINO per studio ANCA DESTRA
Non evidenza di lesioni osseo focali o fratturative di rilevabilità RM.
Normale trofismo delle teste femorali.
Segni di coxartrosi bilaterale con sclerosi dei tetti aceta bolari ed assottigliamento delle rime articolari.Tali alterazioni degenerative sono notevolmente più pronunciate a destra ove coesiste deformazione della testa femorale che appare ovalizzata.Rapporti articolari sacro-iliaci nei limiti della norma.Regolare delineazione delle strutture legamentose e muscolo-tendinee in esame.Rilievo di versamento liquido artcolare coxofemorale destro.
Buongiorno,
le infiltrazioni con cellule mesenchimali sono il migliore trattamento conservativo non chirurgico per stare meglio con un’anca artrosica, deve essere associato a una corretta alimentazione e a una corretta e costante attività fisica che in principio deve essere coadiuvata da un fisioterapista. Il trattamento con cellule mesenchimali non sostituisce l’intervento chirurgico a livello di funzionalità dell’anca, ma migliora la qualità di vita e il dolore e quindi nel suo caso lo potrebbe fare dato che ha bambini piccoli e ha 44 anni.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
ROMEO Franca Maria
8 Novembre 2019 al 20:49 - Rispondi
Gentile Dr. Gardelin sono Franca Maria e ho 66 anni. Ad una visita ortopedica mi è stata prescritta RMN di controllo del ginocchio sinistro che in data 29.10.2019 ha evidenziato: quadro di gonartrosi di grado marcato con assottigliamento delle cartilagini, più evidente sul versante esterno ove sulla superficie articolare del condilo femorale si associano fenomeni erosivi con edema dell’osso spongioso, oltre a iperpressione esterna della rotula. Viene segnalata anche ipertrofia della sinovia, legamento crociato anteriore sottile, crociato posteriore e collaterale mediale conservati, collaterale esterno irregolare per possibili esiti di remota parziale lacerazione. Disomogeneità di segnale di tipo degenerativo a carico del tendine sottorotuleo e dei menischi, più marcate per il menisco esterno, piccolo per esiti di lesione complessa con macerazione dei frammenti. Lo specialista ortopedico mi ha spiegato che la soluzione sarà chirurgico-protesica. Le chiedo se per il mio caso, sia possibile la soluzione costituita da infiltrazioni di cellule staminali mesenchimali da tessuto adiposo autologo.Anche un RMN dell’altro ginocchio eseguita nel 2016 ha evidenziato un quadro sovrapponibile a quello descritto per il ginocchio sinistro. La ringrazio per la risposta che vorrà darmi.
e La saluto cordialmente
ROMEO Franca Maria
purtroppo lo stato artrosico descritto appare troppo avanzato per trarre beneficio con il trattamento infiltrativo con cellule mesenchimali, si può avere miglioramento solo con l’intervento di protesi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Antonio Iafigliola
7 Novembre 2019 al 15:12 - Rispondi
Gent.mo Dott. Gardelin,
mi è stata diagnostica una coxoartrosi bilaterale, per il momento ancora asintomatica.
Nel camminare, però, mi stanco facilmente, soprattutto salendo le scale.
Pratico regolarmente nuoto (stile libero/dorso) e ciclismo (principalmente in pianura).
Assumo 30 gg sì, 30 gg no, Condrosulf mattina e sera.
Dall’ultima radiografia (13 settembre 2019):
Bacino e anche
Severe manifestazioni di coxoartrosi bilaterale, con deformazione dei capi articolari, pronunciate irregolarità marginali e segni di sclerosi subcondrale delle superfici articolari, piccole aree osteolitiche di significato geodico di entità maggiore a sinistra e marcata riduzione d’ampiezza del versante laterale della rima articolare, più pronunciata a sinistra.
Piccola isola di compatta del versante superiore della sincondrosi sacro-iliaca sinistra; un’altra del diametro maggiore di 24 mm si rileva in corrispondenza della branca ilio pubica di destra.
Ritiene possibile un trattamento con cellule mesenchimali?
(ho compiuto da poco 65 anni).
So che visita anche a Bari, potremmo fissare un incontro presso quel Centro Medico?
Appena può, mi fa sapere?
Grazie.
Cordialità
il referto evidenzia un’artrosi avanzata alle anche. L’attività fisica che sta svolgendo (bicicletta e nuoto) a mio avviso è la terapia migliore che possa fare per le sue anche artrosiche. In una situazione di grave artrosi bilaterale la problematica va a riversarsi sulla colonna e sulle gambe provocando stanchezza nella camminata e grazie all’attività fisica che svolge riesce a mantenere poca sintomatologia, ma non è con il trattamento infiltrativo con cellule mesenchimali che si va a migliorare la sua sintomatologia, purtroppo l’unica miglioria che può avere fino ad una restitutio ad integrum della sua attività fisica è solo con l’intervento di protesi.
La ringrazio molto per la sua risposta tuttavia non riesco ancora a capire in quali casi si utilizzano le staminali midollari dell anca e, in quali altri, siano più indicate quelle adipose da lei suggerite e praticate.
tendenzialmente le cellule mesenchimali sono più facili da prelevare e presenti in maggior numero rispetto a quelle del midollo e quindi io le prediligo. Al tempo stesso le staminali da midollo hanno un follow up più lungo, ovvero sono da più anni utilizzate, ma hanno il limite che dopo i 45 anni circa di età non ce ne sono più molte, e quindi c’è un limite con l’età che invece le cellule mesenchimali non hanno.
Buona giornata, dopo6 mesi di dolori lombo sacrali indagati con lastre e rm ed esami sangue .
Mi sono rivolto ad un bravo posturologo che dopo aver fatto visita e visionato gli esami secondo lui mi ha detto che tutti questi dolori ormai da 6 mesi che mi stanno preoccupando e condizionando possono dipendere da un problema all’anca dx che crea conflitti lungo la schiena .
Mi ha consigliato di fare elettromiografia semplice arti inferiori e test stabilometrico e rx bacino e in frog e dunn 45” puo essere veramente questo il motivo ??
Passione Francesco
2 Novembre 2019 al 11:51 - Rispondi
Buongiono dottore,ho 51 anni con una vita lavorativa molto intensa che mi porta a stare molte ore in piedi.In seguito a gonalgia del ginocchio dx che durava da circa due mesi,ho scoperto di soffrire di condropatia femoro rotulea confermata dalla rsm con il seguente referto:discretamente disomogenee le fibrocartilagini maniscali per fenomeni meniscopici specie ai corni posteriori. Regolari i legamenti crociati anteriori e posteriori ed i collaterali esterno ed interno.Nella norma il tendine quadricipitale e rotuleo.Disomogeneo per fenomeni reattivi infiammatori il legamento alare mediale.Rotula in asse nei gradi di flessione del ginocchio in corso di esame.Segni di condropatia con presenza di lesioni osteocondrali al condilo femorale laterale.Immagini di aspetto cistico pericentimetriche in sede subspinosa alla tibia.Presenza di falda di versamento intrarticolare e nello sfondato sottoquadricipitale. Gradirei sapere ,se con la tecnica infiltrativa di cellule mesenchimali può portare nel mio caso un netto miglioramento o meglio una risoluzione della patologia. In attesa di una sua risposta la saluto cordialmente.
Buongiorno,
le infiltrazioni con cellule mesenchimali sono sicuramente una delle possibili ottime terapie che si possono effettuare nel suo caso. Al tempo stesso le immagini della risonanza magnetica potrebbero aiutarci anche a valutare una soluzione chirurgica in artroscopia per ravvivare in loco le lesioni osteocondrali.
È necessario quindi effettuare una visita e visionare le immagini della risonanza magnetica.
Buonasera dott. Gardelin,
l’anno scorso il chirurgo ortopedico che mi ha visitato mi ha proposto un intervento alla cartilagine del ginocchio che prevedeva il prelievo di cellule staminali midollari (dalla cresta iliaca dell anca) . Era contrario all’utilizzo di quelle adipose dell’addome perchè, a suo dire, non ci sarebbero ancora evidenze scientifiche a lungo termine che garantirebbero una buona risposta nei pazienti per gli anni successivi. Cosa mi può rispondere a riguardo?
Non meno importante è il tempo di ripresa dell’attività fisica: infatti, leggere nel suo sito che dopo 30 minuti il paziente può subito deambulare per tornare a casa è una manna dal cielo….
ricordo invece che mi era stata prospettata un’astensione dal camminare di almeno un paio di settimane… ed un ritorno allo sport dopo almeno 10/12 mesi….
Mi illumini lei se la tecnica è completamente diversa e se non ci sono svantaggi percorrendo la sua soluzione!
La ringrazio infinitamente per la sua risposta, spero di aver trovato la via della guarigione con lei!
da quello che mi descrive immagino sia previsto dal suo chirurgo un vero e proprio intervento chirurgico probabilmente in artroscopia.
Il trattamento con cellule mesenchimali dal recupero più veloce invece è una semplice infiltrazione senza aggressività chirurgica.
Salve dottore.
Dopo un operazione al ginocchio con innesto di cellule mesenchimali il paziente è in grado di guidare l auto per tornare a casa ?
Grazie
dopo l’infiltrazione con cellule mesenchimali si può guidare anche se, in parte a causa dell’anestesia locale e in parte a causa del possibile dolore al ginocchio, consiglio sempre di essere accompagnati. Ad ogni modo ci sono stati pazienti che sono tornati a casa anche in autonomia.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Procopio Maria Annunziata
22 Settembre 2019 al 19:08 - Rispondi
Buongiorno dottore,
io ho 58 anni e abito a Cesate in provincia di Milano.Ho molta fiducia del medico che mi ha indicato il suo nome anche l’esperienza positiva di un suo paziente che si è rivolto a lei, quindi le vorrei sottoporre il referto della RMN del mio ginocchio destro per sapere se ritiene che sia indicata la terapia con le cellule staminali
“L’esame evidenzia un cedimento lesivo del versante interno del corpo centrale corno posteriore menisco mediale con residui edemigeni che tendono a debordare esternamente dalla femorotibiale, asperità condropatico ed ematosa senza fissurazioni profonde della femorotibiale mediale, edema spongioso sottocorticale del condilo mediale piatto tibiale mediale per alterato carico senza lesioni osteocondritiche nè osteonecrotiche. Nei limiti il menisco laterale femorotibiale laterale
Nei limiti legamenti crociati e collaterali.
Rotula moderatamente altoposta centrata con abrasione profonda ma non a tutto spessore per iperpressione del panno condrale alla faccetta mediale con modesto edema sottocorticale senza esposizione della corticale, plica medio patellare che scende a unirsi a piccola fimbria nei corpi di Hoffa infero mediali.
Versamento intrarticolare di media entità.
Restanti reperti nei limiti”
In attesa di una sua risposta la saluto cordialmente e la ringrazio
la ringrazio per la fiducia accordatami per interposte persone. Per poter valutare la situazione del suo ginocchio è necessario effettuare una visita.
Si potrebbe agire sia sulla problematica cartilaginea artrosica, con il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo, sia sulla problematica ossea, per la quale ci sono varie opzioni a seconda della gravità.
Se decide di prenotare una visita porti con sé tutta la documentazione che ha già in relazione al suo ginocchio ed è necessaria una radiografia del ginocchio in carico, con proiezione di Rosemberg.
Buongiorno dottore ho 45 anni coxartrosi bilaterale congenita, operata un anno fa con tecnica mininvasiva, intervento bene , l’altra anca viene diagnosticata artrosi di 4 grado ma ancora con un po’ di cartilagine . Io sto bene e non ho nessun dolore, non mi da problemi e quindi prima che peggiori come l’altra vorrei provare le Lipogems per poter tardare intervento il più possibile . E’ Possibile ? Grazie
essendo ancora presente la cartilagine il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo rappresenta un’ottima terapia per ritardare l’intervento di protesi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Giovanni Delfino
24 Agosto 2019 al 16:47 - Rispondi
Buonasera Dottore dopo aver letto le ottime recensioni ricevute e averla seguita in una trasmissione televisiva, avrei il piacere di conoscerla, sono un uomo di 52 anni appena compiuti persona molto sportiva e poco più di un anno fa in una delle mie uscite di corsa, ho cominciato ad avertire un leggero fastidio sul fianco sinistro all’altezza dell’anca, passato un mese e visto che il fastidio (ripeto fastidio non dolore) non passava ho effettuato una radiografia che ha evidenziato un conflitto CAM. Da allora ho sentito pareri di diversi ortopedici, dove tutti mi dicono che la mia anca è un anca preartrosica che ha ancora della vita, ho cominciato a fare fisioterapia, magnetoterapia, rinunciando completamente alla corsa, ma il fastidio (sempre solo fastidio) è rimasto anche se certi giorni sparisce e dopo ricompare, concludendo le chiedo nel mio caso essendo un problema “meccanico” quale tipo di terapia è possibile fare per risolvere il problema e tornare se possibile ad una quasi nomale attività sportiva?
Ringraziandola anticipatamente per la cortesia, resto in attesa di poterle stringera la mano personalmente.
Giovanni Delfino
in caso di conflitto femoro-acetabolare in uno stato pre-artrosico, come ha sottolineato nella sua descrizione, quindi senza l’artrosi, si può avere un’anca ben funzionante dopo un intervento di artroscopia che va a limare e correggere le anomalie anatomiche dell’anca. Normalmente si tratta di un intervento consigliato a pazienti giovani, sotto i 35/40 anni. In caso di artrosi in un’anca con conflitto femoro-acetabolare e un consumo di cartilagine anche se non grave, l’intervento in artroscopia non è indicato e si procede con terapie conservative come quelle che lei sta già facendo, eventualmente con infiltrazioni di cellule mesenchimali per nutrire la cartilagine.
Le cellule mesenchimali sono il miglior trattamento per l’artrosi, non sono miracolose, come qualcuno potrebbe essere portato a credere, non annullano totalmente le limitazioni della mobilità, non fanno ricostruire la cartilagine consumata che non c’è più, ma permettono di conservare quella residua, grazie alla terapia, alla regolare attività fisica, e all’alimentazione corretta.
Quindi alcuni limiti sportivi si mantengono e quando la cartilagine è veramente degenerata la soluzione per avere un’anca nuova è l’intervento di protesi e ci sono varie tipologie di protesi, tra cui la protesi di rivestimento che è quella più consigliata per un paziente sportivo e giovane.
Gentilissimo Dr Gardelin,
dopo diverse visite, esami e tentativi maldestri di cure per “Coxalgia SX in fai + cisti geodiche”, mi venivano prescritte due infiltrazioni di PRP.
Lei le esegue? Qual è il costo per questo trattamento?
Dopo diverso tempo, sto iniziando ad avvertire dolore anche all’anca DX che fino a qualche mese era indolore durante i movimenti e perfettamente funzionante.
Consapevole che sarebbe comunque opportuno che mi visitasse per le valutazioni del caso, che non è possibile valutare un paziente giovane (32 anni) a distanza.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.
effettuo raramente le infiltrazioni con PRP perché per problematiche intra articolari preferisco utilizzare le infiltrazioni con cellule mesenchimali da tessuto adiposo.
È necessario effettuare una visita per capire se nel suo caso c’è l’indicazione all’uso delle infiltrazioni oppure no.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Giacinto Franco BARBERA
7 Giugno 2019 al 8:44 - Rispondi
Buongiorno Dottore, Ho 57 anni e da 1 anno circa soffro di coxartrosi bilaterale. Dal referto della RM : A sinistra si osserva un avanzato quadro di coxartrosi con grave deformazione ed appiattimento dei
capi articolari coxo – femorali, grossolane apposizioni osteofitosiche marginali e multiple aree subcondrali di aspetto geodico, parzialmente confluenti tra loro, sia sul versante acetabolare che su quello femorale.
Lo spazio articolare coxo – femorale omolaterale risulta scomparso in corrispondenza del versante di carico. Le superfici articolari coxofemorali di sinistra appaiono appiattite ed irregolari.
A sinistra si osserva inoltre un modico versamento articolare con segni di iperplasia sinoviale.
A destra si evidenzia un iniziale quadro di coxartrosi caratterizzato da una lieve riduzione in ampiezza dello spazio articolare e da iniziali appuntimenti osteofitosici marginali ai capi articolari.Non si apprezzano significative alterazioni RM a carico delle strutture muscolo – tendinee esaminate. Le chiedo cortesemente se evitando la protesi l’intervento di Cellule Mesenchimali potrebbe darmi sollievo. Grazie
purtroppo dalla descrizione la patologia dell’anca sinistra è troppo avanzata per pensare di avere beneficio con le so le cellule mesenchimali. Per avere una vita senza dolori è necessario l’intervento di protesi d’anca. Nonostante questo, grazie a un’intensa fisioterapia e attività sportiva senza carico e con l’aiuto di un’alimentazione corretta, anche in presenza di coxartrosi avanzata si possono avere alcuni benefici. A questo punto il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo concorre nel migliorare il dolore. Al contrario questo trattamento è molto consigliato per l’anca destra in modo da prevenire il consumo della cartilagine.
Buongiorno,
Ho 52 anni e soffro di coxartrosi bilaterale da circa 5 anni e la presenza di osteofiti blocca i miei movimenti per cui salgo difficilmente un gradino e, in piedi, non riesco a divaricare i piedi più di 20 cm circa.
Normalmente non avverto particolari dolori ma in seguito ad ad un minimo di attività, anche lunghe passeggiate, soffro per dolori alle anche. Volevo sapere se, prima di pensare alle protesi può essere
utile provare un trattamento con cellule mesenchimali.
Grazie
dalla descrizione che mi ha fatto sembra una situazione di artrosi avanzata. In questo caso un’anca nuova può essere ottenuta solo tramite intervento di protesi d’anca. Il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo unito a una costante fisioterapia e una corretta alimentazione può migliorare la qualità di vita del paziente che se riesce a convivere con delle limitazioni avrà così evitato l’intervento chirurgico.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
GABRIELLI STEFANO
17 Aprile 2019 al 11:56 - Rispondi
Buongiorno dottore,
mi chiamo Stefano, le scrivo da Pesaro, ho 59 anni e soffro di coxartrosi bilaterale da diversi anni; dopo diversi consuti medici non tutti soddisfacienti, ho avuto il suo nominativo da un conoscente e vorrei un appuntamento per un consulto.
Le premetto che amo fare sport per averlo fatto sempre prima che la coxartrosi me lo impedisse e mi piacerebbe poterlo tornare a fare anche in maniera solo leggera…
Avrei però alcune domande da porle:
1- Ho richiesto un parere ai medici che ho consultato in precedenza in merito all’opportunità di fare l’intervento di artroprotesi bilaterale in contemporanea, ma nessuno mi ha consigliato di farlo, mi sembra però che Lei non sia di questo parere…ed eventualmente sarebbe praticabile anche per l’artroprotesi di rivestimento ?
2- L’intervento di artroprotesi di rivestimento risulta possibile sempre piuttosto che il più “classico” intervento di artorprotesi ?
3- Ho effettuato una densitometria ossea e la qualità del mio osso è risultata al livello più basso nel “range” di normalità, quali controindicazioni potrei avere ?
4- Il trapianto di cellule mesenchimali apporta benefici duraturi o solo per periodi più o meno lunghi, ed è praticabile solo in una fase iniziale di artrosi ?
Spero di essere stato abbastanza chiaro, mi scusi per le tante domande che Le ho posto e la ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
Stefano Gabrielli
in caso di coxartrosi bilaterale avanzata spesso propongo l’intervento di protesi d’anca bilaterale con tecnica mininvasiva se il paziente è in buone condizioni generali.
La protesi di rivestimento è invece un intervento più delicato che raramente eseguo bilateralmente.
Nel suo caso, con densitometria ossea al limite e, da quello che ho capito, con pretese sportive non elevate potrebbe essere preferibile l’intervento mininvasivo bilaterale con utilizzo di steli corti a conservazione del collo femorale che comunque permette di tornare ad essere sportivi.
Per quanto riguarda il trattamento con cellule mesenchimali invece, in caso di un’artrosi avanzata non si hanno risultati così soddisfacenti come con un intervento di protesi d’anca. Bisogna comunque convivere con alcune limitazioni più o meno importanti.
La aspetto al Washington Medical Center di Milano per parlare nello specifico del suo caso.
Buon Giorno, Dottore e tutti i pazienti, mi chiamo Loris della provincia di Udine, soffro di coxoartosi gamba destra a causa di un incidente avuto all’età di 17 anni, ora ne ho 53 e la situazione e precipitata, fino a qualche anno fa’ se pur con limitazioni riuscivo a praticare attività sportiva con costanza (camminata veloce, fitness, ma sopratutto karate) ora da qualche mese la zoppia e aumentata e i dolori di conseguenza mi pervadono tutto il corpo con rigidità muscolare generale, non ultimo la gamba malata stà perdendo tonicità muscolare. Leggo con entusiasmo che il rivestimento della testa del femore funziona molto bene, la qualità della vita ne guadagna, ho delle domande:
quando si può procedere con tale soluzione?
durata della protesi?
controindicazioni?
dopo l’operazione i dolori muscolari spariscono?
…… queste sono solo alcune domande, ho bisogno di rassicurazioni, su questo argomento ci sono troppe chiacchiere a volte forvianti, oppure ci si sente dire: ehhhhh così giovane è troppo presto per la protesi..
la protesi di rivestimento all’anca che utilizzo è la BHR (Birmingham Hip Resurfacing) è un intervento che si esegue da circa 20 anni con ottimi risultati e dalla lunga sopravvivenza.
L’unica controindicazione assoluta a questo tipo di protesi è l’allergia al cromo, cobalto e nichel. Il paziente ideale per la protesi di rivestimento BHR è di sesso maschile, giovane (sotto i 65 anni) e altamente sportivo o lavoratore manuale di fatica.
Dopo l’intervento il paziente può tornare ad un’attività fisica e sportiva senza limitazioni nè dolori.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
GIUSEPPE SANTOSTASI
1 Aprile 2019 al 14:41 - Rispondi
Dottore buongiorno, sono Giuseppe Santostasi della provincia di Bari e precisamente Monopoli e scrivo in quanto ho 46 anni e una coxartrosi alla anche, maggiore a destra, esito della risonanza magnetica con mezzo di contrasto, rottura del labbro acetabolare e una condropatia acetabolare già evidente ed iniziale sofferenza edemigena della testa del femorale, vorrei prendere un appuntamento con lei perchè dopo aver letto tanto su di lei ed essendomi documentato sui suoi studi, mi auguro che possa aiutarmi in merito. Non nego che ho sentito altri pareri illustri che mi hanno prospettato l’artroscopia oppure protesi anca ma sono molto confuso e preoccupato.
ovviamente prima di sbilanciarmi dovrei vedere le immagini e visitarla comunque le anticipo che l’artroscopia d’anca è un intervento con molti limiti, uno dei quali è la presenza di artrosi come nella sua anca.
Per quanto riguarda l’intervento di protesi d’anca riesce a ridare al paziente una vista attiva e sportiva senza dolore.
In alternativa si possono valutare terapie conservative tra cui il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo.
Ci vediamo a Bari quindi per discutere più precisamente del suo caso.
Buongiorno Dottore
mi chiamo Davide ed ho 40 anni. Nel 2006 ho fatto una protesi dall’anca DX e finora tutto bene. Da un paio di mesi ho cominciato ad avere dolori all’anca SX esattamente uguali a quelli che avevo sull’altra anca. Ci sono rimedi prima di arrivare all’intervento? Posso essere curato con cellule staminali?
Grazie
Cordiali saluti
Davide Bricca
Buongiorno,
sì, è possibile effettuare il trattamento con le cellule staminali mensenchimali.
Le infiltrazioni con cellule mesenchimali hanno una forte azione antinfiammatoria, antidegenerativa e stimolano la produzione di cartilagine. Lo scopo del trapianto di cellule mesenchimali è evitare che la malattia artrosica in fase avanzata progredisca fino ad arrivare alla necessità di una protesi. Può vedere un video in cui fornisco alcune informazioni in merito a questo link: https://pierantoniogardelin.it/terapie-mini-invasive-lartrosi-allanca-dottor-pierantonio-gardelin-buonasera-dottore/
Se dovesse avere altre domande non esiti a contattarmi.
Buongiorno dottore, ho 39 anni, soffro di artrosi all’anca destra da quando ne avevo 25 ma non ho mai fatto alcuna terapia, qualche mese fa sono stato da un ortopedico che mi ha prescritto delle iniezioni di acido ialuronico ma non mi ha convinto, per la sua esperienza vale la pena tentare oppure conviene indirizzarsi direttamente verso la terapia con cellule mesenchimali?
Grazie
la miglior terapia è quella con le cellule mesenchimali.
Con l’acido ialuronico non si riesce ad arrestare il processo artrosico, ma rischia di far peggiorare l’artrosi e di rendere inefficace la terapia con le cellule mesenchimali. Quindi consiglio come prima terapia quella con le cellule mesenchimali proprio perché agiscono meglio in una situazione di artrosi non grave. Con questa terapia infatti è possibile anticipare e prevenire il processo di degenerazione cartilaginea.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Barbara Mercanti
24 Luglio 2018 al 9:52 - Rispondi
Dottore buongiorno, sono Mercanti Barbara e scrivo per mio marito che ha 39 anni e ha una coxartrosi all’anca, maggiore a destra, abbiamo preso un appuntamento con lei perchè dopo aver letto tanto su di lei ed essendomi documentata sui suoi studi, mi auguro che possa intervenire nel modo meno invasivo possibile e soprattutto che tratti i pazienti come persone e non come numeri, da psicologa per me la relazione con il paziente è fondamentale. Non nego che abbiamo sentito altri pareri illustri che ci hanno prospettato l’artoplastica di rivestimento ma non mi hanno convinto molto. Spero che lei possa prospettarci la soluzione migliore.
Cordiali saluti.
Barbara Mercanti
Ho 32 anni e soffro di condropatia femoro rotulea, negli ultimi 2 anni le ho provate tutte: fisioterapia, osteopatia, trattamenti laser, magnetoterapia, infiltrazioni di acido ialuronico senza trovare soddisfacenti risultati migliorativi.
Pochi mesi fa ho eseguito infiltrazioni di PRP tramite prelievo di sangue, hanno leggermente migliorato i miei gesti quotidiani, ma purtroppo neanche questa soluzione mi ha portato a riprendere l’attività sportiva.
Appena provo ad effettuare dei lievi sforzi il ginocchio si infiamma, provocandomi dolore per giorni.
Leggendo articoli su internet, mi ha molto incuriosito la terapia di infiltrazione con cellule mesenchimali, potrebbe essere una soluzione per farmi riprendere l’attività sportiva?
sì, le cellule mesenchimali da tessuto adiposo rappresentano la miglior terapia per combattere la problematica cartilaginea che in questo caso secondo me avrà ottimi benefici. È chiaro che la fisioterapia è importante come rinforzo muscolare riequilibrio posturale, perché è una problematica legata a squilibri posturali, quindi capire da parte del fisioterapista dove lavorare, insegnare degli esercizi e far sì che il paziente li faccia autonomamente a casa è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi tipo di terapia conservativa e infiltrativa.
Buona sera dott. Gardelin. Ho 45 anni e da alcuni anni mi hanno diagnosticato una CoxArtrosi all’Anca Sinistra, anche se non ho dolori significativi mi hanno suggerito di valutare la protesi siccome ho visto il suo programma su TV2000, vorrei fissare un appuntamento ma essendo di Alcamo provincia di Trapani (la punta più ad ovest della Sicilia), chiedevo se avevate dei riferimenti in Sicilia in caso contrario mi indichi lei dove poter fare una visita.
Grazie.
Buongiorno,
purtroppo non visito in Sicilia
Le uniche regioni dove visito sono la Lombardia e la Puglia
In questa sezione sul mio sito troverà tutti i riferimenti https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin
Antonio d’autilia
16 Giugno 2018 al 12:45 - Rispondi
Buongiorno dott. Gardelin. Ho 64 anni ed ho sempre praticato calcio a livello amatoriale. Ad ott 2016 ho avuto un intervento di mescectomia parziale gn-dx; seguito vari cicli di fisioterapia ed infiltrazioni di acido iarulonico. L’ ultima rm gn-dx ha diagnosticato una artori di 3-4 grado; in questo periodo ho letto delle cellule mesenchimali. Vivo a Venaria reale ( Torino). Dove posso fissare un appuntamento x una visita ?? Grazie x la sua disponibilita’ e da quanto letto della sua umanita’
può prendere appuntamento presso il Washington Medical Center a Milano chiamando il numero di telefono 02 66666840. Il Washington Medical Center si trova in Via Salvio Giuliano 5/3.
Buongiorno Dottore,
Sono una ragazza di 35 ann e ho dolore alle anche da 2 mesi e mezzo. Dopo rx e rm pensavano avessi il FAI ma uno specialista mi ha detto che ho problemi alle anche ma che non è FAI. Dato che, come visibile da rx, ho dei lievi appuntimenti osteofitosici sui cigli cotilodei..è possibile rimuoverli con onde d’urto e poi procedere con infiltrazione di staminali? Oppure è sempre necessaria artroscopia? Oppure è possibile fare artroscopia e contestualmente fare infiltrazione di staminali? A breve farò artro rm con contrasto per vedere il livello del danno della cartilagine. In questi due mesi ho seguito una dieta antinfiammatoria senza cereali, zuccheri e latticini e dolori sono leggermente diminuiti ma sono dimagrita. Le cellule staminali si possono ricavare solo dal grasso addominale?
La ringrazio in anticipo
le onde d’urto non sono sufficienti, per togliere gli osteofiti è necessaria l’artroscopia. Artroscopia e infiltrazioni con cellule mesenchimali da tessuto adiposo si possono fare nello stesso momento. Per quanto riguarda il grasso, se non è presente a livello addominale lo si può trovare spesso sui fianchi o in altre parti del corpo. L’artroscopia è un intervento che ha delle controindicazioni e nel momento in cui si è già instaurata una problematica artrosica, e gli osteofiti normalmente sono il segno che questa degenerazione sta già avvenendo, vi è controindicazione nell’eseguire l’artroscopia. L’artroscopia si esegue per limare delle eccedenze ossee in assenza di processo artrosico.
Salve dottore, ho 36 anni, sono alto un metro e 76 e peso intorno ai 74 kg. In seguito a infortunii ho subito in entrambe le ginocchia intervento di meniscectomia. Al momento ho dolori soprattutto al ginocchio sx il quale, da ultima risonanza (fatta il 7 maggio), risulta colpito da gonartrosi ma solo nella parte esterna. Ho una vita molto attiva, viaggio molto, non zoppico, riesco a fare tutto, solo che dopo lunghe passeggiate mi si infiamma e in questi casi mi servono alcuni giorni di recupero per sfiammare. Il dottore che mi ha seguito fino ad ora mi ha proposto il trapianto di menisco, io invece vorrei valutare altre ipotesi. Possibile che a 36 anni io sia già condannato alla protesi?
l’intervento di protesi è da ritardare il più possibile nel caso di un paziente giovane.
La miglior terapia possibile è l’infiltraZione con mesenchimali da tessuto adiposo.
soffro di gonartrosi al ginocchio destro in una lieve forma di varismo ,ho già fatto infiltrazioni di acido ialuronico e quelle di sangue autologo, sarei interessata ad effettuare infiltrazioni di cellule staminali mesenchimali da grasso autologo, dove si possono effettuare? GRAZIE (ho 64 anni)
Buongiorno Dottore ho 54 anni sono stata operata 15 anni fa di carcinoma mammario ,fatto cura con tamoxifene e decapeptil guarita completamente
Da 2 anni ho iniziato ad avere problemi anca sinistra ,non riesco quasi più a camminare , dolore forte prima all inguine e poi si irradia fino al ginocchio ,
Spesso rimango bloccata e non riesco a mettermi dritta
Anche di notte ho dolore
Non riesco a salire e scendere dalla macchina,non riesco ad allacciare la scarpa ,il problema è solo lato sinistro ,lato destro non ho nessun dolore
Ho fatto cura farmacologica l l’anno scorso senza nessun miglioramento ,anzi sono peggiorata
Ho fatto rmn bacino e rm colonna lombosacrale
Invio esiti
RMN bacino
Coxatrosi con osteofiti marginali alle teste femorali,ai tetti delle cavità acetabolari,ed a sede trocanterica bilaterale
Assotigliati ed irregolari i tetti delle cavità acetabolari,con evidenzia,a sinistra di grossolane lacune geodiche,con sclerosi marginale e diffuso edema della spongiosa dell osso sib-condrale
Irregolarità condrale con modesto edema dell osso marginale si osserva a sede anteriore della testa femorale
Ridotta ampiezza delle rime articolari
Presenza di versamento articolare bilaterale con sinusite reattiva
Sclerosi del versante inferiore dell’articolazione sacro-iliaca di destra con edema dell’osso marginale sul versante iliaca
Vi è cura per il mio caso?
La ringrazio anticipatamente
Distinti saluti Lavinia
Buongiorno
da quello che mi descrive vedo solo nell’intervento chirurgico di protesi d’anca la soluzione ai suoi problemi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Irina
17 Agosto 2020 al 21:55
Buongiorno Dottore.Ho 41 anni,ho fatto radiografia al ginocchio il referto è gonartrosi è consigliabile di fare infiltrazioni con acido ialuronico.Grazie
Buonasera Dottore,
Sono uno sportivo agonista da 21 anni quasi, recentemente ho iniziato ad accusare dolore durante il normale svolgimento della pratica sportiva.
Ho effettuato una risonanza magnetica, strutture meniscali, tendinee e legamentose regolari. Unica irregolarità: una “formazione tondeggiante di 7mm con segnale simil condrale” , addossata al profilo del condilo femorale mediale, nella porzione anteriore della gola intercondiloidea.
Ho sentito il parere di due ortopedici della mia zona (Provincia di Chieti). Uno dei due mi ha consigliato di frammentarla con onde d’urto ed eventualmente altri trattamenti fisioterapici. L’altro specialista mi ha consigliato, considerata la mia giovane età (27 anni) un “lavaggio” chirurgico non invasivo dell’articolazione.
I due approcci (chirurgico e conservativo) ricevuto praticamente a distanza di 5 giorni l’uno dall’altro, mi hanno un pochino disorientato. Potrei avere un suo parere a riguardo?
Ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
Buonasera, se vi è una neoformazione condrale all’interno del ginocchio non è possibile “bombardarla” con le onde d’urto. Anch’io consiglierei un intervento in Artroscopia per la rimozione.
Cordiali saluti
Dott. Pierantonio Gardelin
Buona sera dottore o fatto l’anca destra mese di luglio preso infezione rifatto intervento e messo spaziatore antibiotico rifatto protesi da 20giorni ma o dolori atroci a camminare dal gluteo al ginocchio grazie
Buongiorno, dopo soli 20 giorni da una revisione di protesi d’anca può essere normale avere dolore.
Questo dolore potrebbe anche derivare dai nervi della colonna vertebrale.
Cordiali saluti
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiono dottore, ho 50, anni faccio sport regolarmente ed intendo a continuare a praticarlo,. Da RX ed RNM al ginocchio sx risulta vistosi fatti artrosici, soffetenza ossea del piatto tibiale esterna, artrosi tricompartimentale accentuati nel lato femore-rotuleo. Ho dolori quando fletto la gamba oltre i 90 gradi. È utile il trattamento lipogems? Grazie
Buonasera, il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo rappresenta il più indicato per l’artrosi al ginocchio.
Ovviamente non ricostruisce la cartilagine consumata ma previene il suo ulteriore consumo.
Cordiali saluti
Dott. Pierantonio Gardelin
Salve Dottore, per una contropatia femoro-rotulea di primo grado è indicato il trattamento con cellule staminali mesenchimali? Pratico sport tutti i giorni ad alti livelli ed ho paura che nonostante non avverta dolore quando mi muovo la situazione possa degenerare in futuro. Lei cosa mi consiglia?
Buongiorno
Se il suo ginocchio mostra già una sofferenza cartilaginea anche se iniziale è comunque destinato ad usurarsi nel tempo anche senza dolore
In più facendo attività sportiva intensa questa possibilità aumenta.
Il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo rinforzerebbe la cartilagine in modo da renderla meno usurabile.
Si attua anche in pazienti asintomatici
Cordiali saluti
Dott. Pierantonio Gardelin
Buonasera Dottore
ho eseguito MOC femorale e rachide lombare di controllo. Ho 55 anni e sono in menopausa da circa 5 anni. L’esito del femore sinistro (io accuso dolori al destro) evidenzia T-Score di -2.50 mentre lo studio densitometrico al rachide lombare evidenzia T-Score di – 1.49. Le chiedo se eventualmente se lei si occupa anche di questa patologia.
Buonasera signora,
mi spiace ma non mi occupo di osteoporosi.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Egr. Dottore,
sono una ragazza di 28 anni, normopeso, ed ho sempre fatto attività fisica.
circa 5 anni fa, dopo uno sforzo in palestra ho iniziato ad accusare un dolore fortissimo alla gamba sinistra, nella fascia anteriore/interna della coscia.
questo dolore inizialmente regrediva spontaneamente e dopo poco. col passare del tempo, invece, è stato sempre più frequente e più intenso, tant’è che ho interrotto l’attività sportiva. attualmente questo disagio lo ho anche a riposo, ad entrambe le gambe ed associato a pizzicori, bruciori e fastidi. non riesco a fare passeggiate o a stare in piedi per troppo tempo. nell’ultimo anno sono comparsi dolori sui glutei, all’inguine e ai fianchi, sopra l’inguine non lateralmente, che ormai avverto quotidianamente.
ho fatto numerosi accertamenti, dai quali è emerso :
nella EMG: sofferenza neurogena cronica di entità moderata nei territori muscolari di pertinenza radicolare l4,l5 di sinistra, lieve sofferenza del nervo cutaneo laterale del femore di sinistra,
dalla RM del bacino: modeste disomogeneità delle contrapposte superfici coxofemorali con sfumata sofferenza contrale e dell’osso subcondrale, più evidente a livello dei tetti acetabolari. non attuali focolai di sofferenza osteocondrale. nelle coxofemorali è presente un impegno reattivo sinoviale bilaterale con falda fluida intrarticolare, più significativa a sinistra. non alterazioni morfologiche e di segnale a carico delle teste femorali. modesto impegno reattivo a carattere infiammatorio a carico delle componenti tendinee in sede peritrocanterica bilaterale. sostanzialmente nella norma le componenti muscolo tendinee visualizzate. modesto ispessimento del nervo cutaneo laterale del femore in prossimita della sias di sinistra con sfumata alterazione dell’intensità del segnale come per sofferenza di modesta entità. si associano alterazioni reattive loco regionali a livello delle inserzioni tendinee della spina iliaca antero superiore.
ho effettuato anche la rm alla zona lombo sacrale ed alla gamba, nonché ecografia all’addome, il tutto senza esito positivo.
attualmente ho effettuato la prima infiltrazione di acido ialuronico alle anche, come prescrittomi dall’ortopedico. tuttavia non vedo miglioramenti dopo una settimana, anzi, i problemi sono persistenti.
volevo chiederle se ritiene che questo sia l’approccio più adeguato alla mia condizione, e se, eventualmente a fine del ciclo di 3 infiltrazioni la terapia non funzionasse, cosa dovrei fare e se esiste un rimedio definitivo.
La ringrazio
Buongiorno,
la sua storia clinica non è di facile interpretazione. L’EMG positiva ci porta a pensare ad un dolore di tipo nevralgico quindi consulterei un neurologo in gamba. Poi mi aggiorni tramite mail dott.gardelin@gmail.com.
Intanto finisca il ciclo di acido ialuronico incominciato chiedendo al collega che lo esegue di farle il test alla lidocaina in modo da fare diagnosi differenziale con una problematica di anca.
Faccia fisioterapia nel senso di trattamenti manuali (anche osteopatia) + esercizi di ginnastica posturale per rinforzo muscolare, propriocettiva, core stabilità e stretching.
Mi tenga informato,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno professore mia figlia ha 14 anni ed ha un distacco di cartilagine dovuto ad un trauma sportivo. Ci hanno prospettato intervento artroscopico di ripristino della cartilagine distaccata e trattamento con cellule mesenchimali. Ci sono controindicazioni per questo trattamento vista la giovane età?
Buongiorno,
assolutamente nessuna controindicazione in rapporto all’età della paziente.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno,
ho 33 sono affetto da alluce rigido da 3 anni. Sono un professionista dello sport e non ho nessuna intenzione di smettere. Ho provato molte terapie fra cui anche infiltrazioni di cortisone, il dolore non è mai calato. L’artrosi non è ancora in stadio avanzato, fortunatamente sta degenerando lentamente ma di anno in anno perdo sempre più mobilità e il dolore aumenta, oltre che avere un evidente ingrossamento dell’articolazione dell’alluce. Ovviamente come immaginerà ho già visto molti suoi colleghi ma non ho intenzione di farmi nessun intervento chirurgico nel breve termine. Ritiene che potrei fissare un consulto con Lei per valutare soluzioni alternative all’intervento?
Grazie a presto
Buongiorno,
purtroppo non mi occupo di patologie del piede mi spiace.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore Mi chiamo Alessandro , ho soltanto 27 anni.
Sono affetto da artrosi dell’ anca bilaterale. Fino a a maggio 2020 non ho mai avuto dolori o fastidi ma dalla fine della pandemia inizio ad accusare , dolori , fastidi e limitazione di mobilità. L’ ortopedico specialista per le anche che mi ha visitato ha dato come responso artrosi anca bilaterale sottoponendomi a infilitrazione di acido jaluronico 15 giorni fa.
Da piccolo all’ età di 13 anni sono stato sottoposto ad invervento di osteotomia coxofemorale bilaterale per pregressa epifisiolisi bilaterale con lato peggiore a sinistra.
Essendo molto giovane sono davvero impaurito.
Il professore specialista per le anche che mi operò anni fa a firenze purtroppo è andato in pensione e mi fidavo ciecamente. Avrei piacere di parlare con lei , avendo letto grandi cose sul suo operato , per arrivare ad una possibile soluzione.
Io vivo a firenze , visita anche da queste parti Dottore ? In quale modo possiamo metterci in contatto?
Buongiorno,
purtroppo non visito a Firenze. Visito a Roma attraverso il Centro Nazionale Artrosi di Monza o a Milano.
Trova tutte le info a questo link: https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Salve dottore io mi chiamo antonio ho 47 anni circa 22 anni fa ho fatto un incidente di moto procurandomi la rottura del legamento collaterale esterno menisco e quasi rottura del legamento crociato anteriore e frattura della spina tibiale tutto questo al ginocchio sx.
E chiaro che dopo 22 anni sarebbe uscita l’artrosi ma non ho ma i sofferto molto tranne che nell’ultimo periodo dopo la pandemia.
Il ginocchio dx invece soffre di condropatia rotulea ma non so di grado problema che usci fuori nel lontano 2013 assieme al conflitto femore acetabolare ma che facendo un lavoro di rinforzo muscolare risolsi pienamente
il problema.Nel 2018 poi l’anca dx incomiciò a darmi molto fastidio e decisi di contattare l’ortopedico che mi consigliò un trattamento da lui messo a punto per gli inoperabili e i pazienti giovani il trattamento si chiama C.A.S.L.I.T.in artroscopia il quale consisteva nello strecting meccanico degli adduttori rompendo tutte le calcificazioni che c’erano lavaggio dell’articolazione e inniezione di acido iarulonico risultato vine dolori e fastidi
Ora che è successo il 16/02/2020 sono caduto al lavoro da una scala procurandomi una frattura composta del trochide omerale sinistro dopo un mese scarso mi sono ritrovato con gli stessi e identici dolori alle ginocchia il sinistro con un po di versamento il dx no ma molto dolente(tengo a precisare che il ginocchio sx alcuni mesi prima si era gonfiato ma che dopo alcuni giorni con applicazione di ghiaccio era tornato come prima)quindi daccapo torno agli esercizi ma purtroppo questa volta a farli sempre iniziano a essere doloranti alle le ache la dx molto la sinistra meno ora mi chiedo quale beneficio posso trarre dalle cellule mesenchimali
Buongiorno,
visto che si tratta di problematiche artrosiche il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo è sicuramente consigliato sia per calmare la sintomatologia sia per nutrire la cartilagine rimasta e rinforzarla in modo da ritardare un ulteriore suo consumo.
Ovviamente come lei ben sa la fisioterapia costante è un supporto fondamentale al buon funzionamento delle sue articolazioni.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore,
mi chiamo Rosina e ho 45 anni.
In seguito ad un forte dolore al ginocchio e alle anche ho fatto una risonanza da cui è risultata un’artropatia degenerativa femoro-tibiale e femoro-rotulea con focale lesione osteocondrale nella zona di carico, rotula in iperpressione esterna, versamento articolare e menisco bicompartimentale. Ho eseguito anche raggi alle anche dove il referto parla di iniziali fenomeni coxo-artrosici bilaterali con sclerosi dei tetti acetabolari e lieve riduzione dello spazio articolare.
Dopo i risultati ho effettuato delle terapie dal fisioterapista e delle infiltrazioni di acido ialuronico al ginocchio, sotto consiglio dell’ortopedico. Nonostante le terapie che sto eseguendo, il dolore alle anche è molto forte e mi limita nei movimenti più banali.
Volevo chiedere a Lei un suo consiglio e parere.
Cordiali saluti, Rosina.
Buongiorno,
se potesse inviare le immagini delle radiografie alla mia segretaria, la cui e-mail si trova a questo link: https://pierantoniogardelin.it/contatti/, potrei essere più preciso nei consigli.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno signora,
non potendo vedere le immagini non riesco a darle una risposta accurata comunque la problematica alle anche non sembrerebbe rilevante. Al ginocchio invece potrebbe esistere una problematica degenerativa più importante.
Alcune domande: ha problemi di dolore alla colonna vertebrale? Fa attività sportiva? È normopeso?
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore, mi scusi ma la protesi con rivestimento della testa femorale di cui lei parla ed è sostenitore, per quali casi risulta idonea ?? Le problematiche metallo-metallo legate ai “detriti” o al rilascio di ioni metallo nel sangue, sono ancora presenti o sono state ovviate ?
Grazie
Daniele TV
Buonasera, ho 63 anni e da due mesi ho un dolore che coinvolge la parte laterale interna del ginocchio . Il dolore si manifesta quando il ginocchio è sollecitato a carico, esempio quando mi alzo da un divano o scendo le scale . Nel salire le scale o nel camminare avverto un leggero fastidio .
Responso RX DX sotto carico
I rilievi appaiono invariati rispetto al precedente controllo del 14.09.2016
Sostanzialmente conservata l’ ampiezza della rima articolare femoro-tibiale sia nel comparto mediale che laterale. Iniziale sclerosi subcondrale a livello dell’ emipiatto tibiale laterale. Non evidenti calcificazioni dei tessuti molli periarticolari. Tenore calcico nei limiti.
Responso R.M.
Risolto il problema della spongiosa di significato algodistrofico a livello condilo femorale mediale. Si segnala la comparsa di area di edema della spongiosa da sofferenza dell’ osso subcondrale a livello dell’ emipiatto tibiale mediale senza delimitazione attuale di focolai di osteonecrosi. Disomogeneità d’ intensità di segnale della cartilagine sovrastante come per fenomeni di condromalacia. In corrispondenza del corno posteriore del menisco mediale permane apprezzabile disomogeneità d’ intensità di segnale come per fenomeni degenerativo- meniscosici, senza immagini di rottura a tutto spessore nel suo contesto. Invariati i rilievi pertinenti al menisco laterale , ai crociati, ai collaterali , al tendine rotuleo ed al tendine del muscolo quadricipite . Rotula sostanzialmente in asse con disomogeneità d’ intesità di segnale della cartilagine femororotulea come per fenomeni di condromalacia soprattutto a livello della faccetta mediale della rotula ove si delimita piccola area di esposizione dell’ osso subcondrale estesa per circa 4 mm. Minima falda di versamento intrarticolare con associato ispessimento della plica sinoviale sovrapatellare, dimensione fluida della borsa anserina all’interno della quale si riconosce un corpo non calcifico del diametro di 7 mm.
Puo’ dirmi qualcosa in merito agli esiti sopra esposti ?
Grazie
Buongiorno,
come già successo in precedenza allo stesso suo ginocchio c’è una sofferenza ossea questa volta a carico del piatto tibiale mediale. Non so come abbia risolto una medesima problematica ma normalmente io consiglio di non sovraccaricare il ginocchio, terapia intramuscolare con clody ed eventuale magnetoterapia di supporto. In questo periodo di dolore è molto importante non perdere il tono muscolare facendo esercizi di potenziamento isometrico.
Risolta la problematica ossea tratterei quella cartilaginea (soprattutto a carico della rotula) con delle infiltrazioni locali. Si va dal classico acido ialuronico a quelle di medicina rigenerativa con sistema APS o con utilizzo di mesenchimali dal tessuto adiposo. Infine valuterei anche un plantare con Cuneo pronatorio/valgizzante per cercare di scaricare il compartimento mediale.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Dottore Buongiorno,volevo chiedere:sono affetto da una necrosi alla testa del femore SX di grado sero la soluzione e’ chirurgica/protesi o posso pensare ad un BHR o meglio ancora cellule mesenchimali ???
La ringrazio e saluto P-. Fusco
P.S. eta’ 64anni.
Buongiorno,
la necrosi della testa femorale non è una controindicazione assoluta per la protesi di rivestimento che può essere una delle possibili soluzioni protesiche.
Al contrario le cellule mesenchimali sono inutili perché agiscono sulla cartilagine e non sull’osso.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Salve gentilissimo Dott. Ho 36 anni e faccio il vivaista dopo un incidente nel 2006 ad oggi sono aumentati i dolori all anca dx che mi misero un chiodo endomidollare per la frattura della testa del femore e il femore mi so fatto una rm ed i risultati sono: ispessimento in stir della capsula articolare coxo-femorale, cui si associa irregolarità della cartilagine articolare, come da capsulite e coxartrosi. A livello della testa – collo femorale coesistono minute cisti subcondrali. Alterazioni del segnale a livello della sincondrosi sacro-illiaca destra con estese aree di sostituzione adiposa a livello dell osso sacro e illiaco, ove si associano piccole aree di edema della spongiosa. Questo è per l anca e poi ho tutte e 2 Ginocchia con disomogeneità intensitometrica del corpo adiposo di Hoffa con ispessimento delle pliche sinoviali. Versamento intra ed extra articolare. Ispessimento ed iperintensita in t2 della sinovia retrorotulea. Disomogeneità della cartilagine retrorotulea da riferire a condropatia rotula. Piccola cisti di baker 2,5 cm. Questo è più o meno tutto quello che c’è poi nn vi ho scritto anche i problemi a livello lombosacrale perché mi interessa nn soffrire più a livello dell anca e ginocchio e di poter lavorare tranquillamente… Possiamo risolvere il problema con le cellule mesenchimali?? In attesa di un suo riscontro le porgo i miei cordiali saluti…
Buongiorno,
dal referto dei suoi esami lei sembrerebbe un candidato ideale per il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo per l’anca e le ginocchia in quanto artrosiche ma non in maniera grave.
Tuttavia la complessità del suo quadro (esiti di frattura, problematiche alla colonna) mi fa consigliare una visita per inquadrare nella totalità le sue problematiche.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Grazie mille per la disponibilità dimostrata però mi chiedevo, informandomi del costo da sostenere ma i risultati sono garantiti??
Buongiorno,
in medicina può capitare che una terapia non funzioni, non c’è mai certezza assoluta nella riuscita né in un intervento chirurgico né in una terapia. Le cellule mesenchimali sono il miglior trattamento per l’artrosi, hanno una percentuale di fallimento molto bassa, ma non sono miracolose, come qualcuno potrebbe essere portato a credere, non annullano totalmente le limitazioni della mobilità, non fanno ricostruire la cartilagine consumata che non c’è più, ma permettono di conservare quella residua. Per questo motivo bisogna sempre accompagnare il trattamento con cellule mesenchimali a un sano stile di vita praticando attività fisica adeguata e costante, esercizi di fisioterapia e un’alimentazione corretta per aumentare di molto le percentuali di successo.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dott.Gardelin,
In seguito a un trauma, dopo varie diagnosi e terapie sbagliate, mi hanno diagnosticato una sacroileite monolaterale da trauma.
Tutto ebbe inizio da una caduta dalle scale 8 mesi fa, atterrando sul bacino destro.
Ho eseguito risonanza magnetica lombo-sacrale e al bacino, una radiografia al bacino, elettromiografia, visto un fisiatra, ortopedico, neurochirurgo, terapista del dolore e tutti concordono in una sacroileite monolaterale da trauma.
Dagli esami non risulta nulla, solo la sacro-iliaca di destra chiusa e una leggera rotazione del bacino.
Ho eseguito sessioni di fisioterapia e osteopatia, ma la situazione non si risolve.
Fatto cure farmacologiche e in ultima ho eseguito una infiltrazione con cortisone ecoguidata 4 giorni fa (con ecografo hanno rilevato un’edema a 3cm) nell’articolazione sacroiliaca, ma il dolore sembra aumentato da quel momento, soprattutto la mattina. È normale?
Non so come procedere e ho paura che qualcosa sfugge alla vera diagnosi.
Ho eseguito esami del sangue (VES, PCR, FR, EMOCROMO…) che ritirerò a breve.
Potrei avere un suo parere?
Grazie mille
Buongiorno,
purtroppo non sono un esperto di colonna e quindi neanche di sacroileite.
Mi spiace non esserle di aiuto.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore,
sono un 58enne sportivo che, causa proprio l’eccesso di sport e 4 interventi artroscopici alle ginocchia, si ritrova con anca dx e ginocchio dx (flesso oltre 10°) da protesizzare . Noto una forte propensione degli ortopedici all’intervento e solo ultimamente un fisiatria mi ha consigliato di provare lo ialuronico all’anca che comincia a dolermi parecchio, soprattutto nel fare le scale. In bicicletta posso invece percorrere anche 200 km senza problema alcuno né all’anca né al ginocchio. Lo spazio articolare dell’anca appare limitato ma non ci sono osteofiti evidenti ma la forma è però ovalizzata e fatico ad accavallare la gamba o a spostarla mediamente causa il dolore. Per l’anca la cura con le mesenchimali sarebbe alternativa allo ialuronico ? Può avere senso nel mio caso? Potrebbe essere d’aiuto anche per il ginocchio ? Lei visita in Veneto ??
Grazie
Daniele
Buongiorno,
quando un ginocchio ha un deficit di estensione di 10 gradi se non viene recuperato con la fisioterapia purtroppo darà sempre problemi.
Il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo è una validissima alternativa all’acido ialuronico. Andrebbe bene sia per la sua anca che per il suo ginocchio e i trattamenti possono essere eseguiti in contemporanea. Va sottolineato che la cartilagine consumata non viene ricostruita ma si manterrebbe quel poco di cartilagine che rimane migliorando la sua sintomatologia. È sempre necessaria una corretta fisioterapia e attività sportiva costante (il ciclismo è ottimo).
Purtroppo non visito in Veneto.
A questo link trova tutte le sedi presso le quali visito e opero: https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buona sera Dottore,sono una signora di 60 anni di Brindisi,soffro da qualche anno di artrosi al ginocchio sinistro con leggera zoppia della gamba sinistra,dalla diagnosi della radiografia del giugno 2018 si evidenzia quanto segue:Quadro di gonartrosi con discrete deformazioni di tutte le superfici ossee articolari,non segni di patologia a focolaio;ridotta in ampiezza la emirima articolare interna.apparente iniziale grado di atrofia calcare.
ho visto in televisione una sua dimostrazione di trapianto di cellule mesenchimali prelevate da tessuto adiposo,vorrei sapere se questo tipo di intervento andrebbe bene al mio caso e se mi consiglia una visita,potrei venire
a un centro di Taranto essendo più vicino alla mia città.La ringrazio infinitamente.
MInonni Cosima
Buongiorno,
lo stato artrosico del suo ginocchio sembra abbastanza avanzato. Il trattamento con cellule mesenchimali è ottimo sia per quanto riguarda la sintomatologia che la prevenzione. Purtroppo non riesce a ricostruire la cartilagine consumata e quindi non riuscirebbe a darle un ginocchio perfetto, ma solo migliorato.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buonasera,
mi chiamo Raffaele 55 anni, dalla provincia di Latina. Ho praticato ciclismo agonistico per 20 anni circa, da un’anno accuso dolori all’anca sx , fatte le radiografie e RSM mi è stato diagnosticata una marcata riduzione della cartilagine sia a sx che a ds ( premetto che è da 1 anno e mezzo che seguo la dieta antiartrosi pubblicata dal prof. Lanzetta e tanta ginnastica/ stretching). Consultato un Fisiatra mi ha consigliato infiltrazioni di acido ialuronico , ma leggendo i suoi commenti ho cambiato completamente idea, vorrei ritardare il più possibile la protesi . Le volevo chiedere essendo magro e non avendo grasso addominale è possibile fare le mesenchimali? ed eventualmente sapere se visita a Roma o nel centro Italia.
Grazie.
Buongiorno,
il grasso addominale non è l’unico punto da cui viene prelevato il grasso, nell’uomo a volte viene prelevato il grasso che si trova a livello dei fianchi nella parte latero-posteriore, chiaramente purtroppo non avere grasso rappresenta un limite per il trattamento con cellule mesenchimali.
Sì, visito saltuariamente a Roma, può contattare la segreteria del Centro Nazionale Artrosi di Monza per avere informazioni in merito alle prossime date in cui sarò a Roma.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Salve dottore sono una ragazza di 29 anni, peso 58 kg e ho una condropatia di II grado al ginocchio sinistro e ll- lll al destro, sono seguita in palestra da un fisioterapista da un anno e mezzo,non ho dolore ma ho solo un fastidio al ginocchio destro, ci sono giorni che lo avverto altri giorni che è quasi impercettibile, volevo sapere se ci sono altre possibilità per togliere questo fastidio oppure il metodo conservativo fatto con il rinforzo del quadricipite basti.
Volevo sapere anche, se un giorno dovessi avere una gravidanza se c’è il rischio di aggravare la situazione
Buongiorno,
avere una condropatia di secondo e terzo grado alle ginocchia alla sua giovane età è una problematica rilevante e la cosa più importante è trattarla nel migliore dei modi. Il peso in effetti ha la sua incidenza per cui nel momento in cui avrà una gravidanza la situazione potrebbe peggiorare. È fondamentale il rinforzo muscolare, ma anche una valutazione posturale per capire il perché la rotula ha lavorato male così tanto da provocare una degenerazione cartilaginea in così poco tempo ed è quindi importante lavorare con un fisioterapista specializzato a livello posturale.
La cosa migliore sarebbe nutrire la cartilagine con fattori di crescita che si prelevano dal sangue, ci sono dei ritrovati innovativi che uniscono ai fattori di crescita anche le proteine antinfiammatorie e questo device si chiama Aps, che è quello che le consiglierei.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore, scrivo da Milano mi chiamo Loredana e ho 77 anni. E’ da anni che soffro di dolori al ginocchio sinistro, che mi causano evidenti difficolta motorie. Mi hanno suggerito di valutare la protesi, ho sentito però che in taluni casi l’intervento potrebbe essere sostituito dal trattamento con le cellule mesenchimali. Nel mese di maggio 2019 mi sono sottoposta a RX GINOCCHIO DX e SN che ha evidenziato quanto segue: “bilateralmente di osserva appuntimento artrosico dei tubercoli intercondiloidei tibiali. A sinistra, a livello del comparto femoro-tibiale laterale di osserva deformazione delle superfici articolari che mostrano eversione osteofitaria marginale; concomita riduzione marcata di ampiezza dell’emirima articolare coinvolta e conseguentemente deviazione in valgo dell’asse di carico femoro-tibiale corrispondente. Appuntimento artrosico delle superfici articolari anche in sede femoro-rotulea. Le rotule sono state esaminate nella proiezione assiale a 45 gradi di flessione del ginocchio: a dx si osserva tendenza all’iperpressione esterna. ”
In seguito anche a RMN GINICCHIO/GAMBA DX e SX SENZA CONTRASTO che ha evidenziato:” Ginocchio DX: assottigliamento delle cartilagini dell’articolazione femoro-tibiale senza evidenti lesioni. Aumento del segnale a carattere degenerativo del corno posteriore del menisco laterale che presenta anche una fissurazione orizzontale. Non evidenti lesioni del menisco mediale. Legamenti crociati e collaterali non presentano particolarità di rilievo come il legamento rotuleo e il tendine del muscolo retto quadricipitale. Disomogenea segnale del tessuto sottocutaneo anteriore come presenza di borsite prerotulea. Rima articolare femoro-rotulea di ampiezza ridotta in piani esterni. Presenza di gavoccioli venosi nei piani posteriori della coscia. Ginocchio SN: note artrosiche che interessano in particolare il comparto esterno del ginocchio con presenza di osteofitosi del piatto tibiale. Aumento di segnale a carattere degenerativo di entrambi i menischi. I legamenti crociati e collaterali non presentano particolarità di rilievo. Presenza di versamento intraarticolare che si raccoglie sia nello sfondato sovrarotuleo che nella guaina del muscolo gastrocnemio semimembranoso. Non evidenti lesioni del legamento rotuleo e del tendine del muscolo retto quadricipitale, Edema dei tessuti sottocutanei, prevalentemente in piani anteriori. Rima articolare femoro-rotulea di ampiezza ridotta per assottigliamento delle cartilagini, prevalentemente sul versante femorale.” La ringrazio in anticipo e la saluto cordialmente
Buongiorno,
per il ginocchio destro in cui le problematiche artrosiche non sono avanzate, il trattamento con le cellule mesenchimali è sicuramente un trattamento di elezione e consigliato come terapia preventiva.
La terapia con cellule mesenchimali non fa ricostruire la cartilagine consumata che non c’è più, ma permette di conservare quella residua, quindi nel ginocchio sinistro soprattutto nel suo compartimento esterno laterale la situazione è già avanzata e non si ha la possibilità di dare una “restitutio ad integrum” a lunga durata: in questo caso sarebbe più indicato l’intervento di protesi che è un trattamento definitivo. Se a 77 anni lei dovesse decidere di non sottoporsi all’intervento di protesi la miglior alternativa è il trattamento con cellule mesenchimali che associato ad una buona fisioterapia e all’alimentazione corretta dà comunque la possibilità di una vita serena.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno dottore ho 44 anni e soffro già da tempo di dolori e zoppia all anca destra.Le invio referto RM volevo gentilmente sapere se nel mio caso le cellule mesenchimali possano darmi beneficio dato che al momento vorrei evitare l’operazione avendo dei bambini piccoli.Grazie
RM BACINO per studio ANCA DESTRA
Non evidenza di lesioni osseo focali o fratturative di rilevabilità RM.
Normale trofismo delle teste femorali.
Segni di coxartrosi bilaterale con sclerosi dei tetti aceta bolari ed assottigliamento delle rime articolari.Tali alterazioni degenerative sono notevolmente più pronunciate a destra ove coesiste deformazione della testa femorale che appare ovalizzata.Rapporti articolari sacro-iliaci nei limiti della norma.Regolare delineazione delle strutture legamentose e muscolo-tendinee in esame.Rilievo di versamento liquido artcolare coxofemorale destro.
Buongiorno,
le infiltrazioni con cellule mesenchimali sono il migliore trattamento conservativo non chirurgico per stare meglio con un’anca artrosica, deve essere associato a una corretta alimentazione e a una corretta e costante attività fisica che in principio deve essere coadiuvata da un fisioterapista. Il trattamento con cellule mesenchimali non sostituisce l’intervento chirurgico a livello di funzionalità dell’anca, ma migliora la qualità di vita e il dolore e quindi nel suo caso lo potrebbe fare dato che ha bambini piccoli e ha 44 anni.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Gentile Dr. Gardelin sono Franca Maria e ho 66 anni. Ad una visita ortopedica mi è stata prescritta RMN di controllo del ginocchio sinistro che in data 29.10.2019 ha evidenziato: quadro di gonartrosi di grado marcato con assottigliamento delle cartilagini, più evidente sul versante esterno ove sulla superficie articolare del condilo femorale si associano fenomeni erosivi con edema dell’osso spongioso, oltre a iperpressione esterna della rotula. Viene segnalata anche ipertrofia della sinovia, legamento crociato anteriore sottile, crociato posteriore e collaterale mediale conservati, collaterale esterno irregolare per possibili esiti di remota parziale lacerazione. Disomogeneità di segnale di tipo degenerativo a carico del tendine sottorotuleo e dei menischi, più marcate per il menisco esterno, piccolo per esiti di lesione complessa con macerazione dei frammenti. Lo specialista ortopedico mi ha spiegato che la soluzione sarà chirurgico-protesica. Le chiedo se per il mio caso, sia possibile la soluzione costituita da infiltrazioni di cellule staminali mesenchimali da tessuto adiposo autologo.Anche un RMN dell’altro ginocchio eseguita nel 2016 ha evidenziato un quadro sovrapponibile a quello descritto per il ginocchio sinistro. La ringrazio per la risposta che vorrà darmi.
e La saluto cordialmente
ROMEO Franca Maria
Buongiorno,
purtroppo lo stato artrosico descritto appare troppo avanzato per trarre beneficio con il trattamento infiltrativo con cellule mesenchimali, si può avere miglioramento solo con l’intervento di protesi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Gent.mo Dott. Gardelin,
mi è stata diagnostica una coxoartrosi bilaterale, per il momento ancora asintomatica.
Nel camminare, però, mi stanco facilmente, soprattutto salendo le scale.
Pratico regolarmente nuoto (stile libero/dorso) e ciclismo (principalmente in pianura).
Assumo 30 gg sì, 30 gg no, Condrosulf mattina e sera.
Dall’ultima radiografia (13 settembre 2019):
Bacino e anche
Severe manifestazioni di coxoartrosi bilaterale, con deformazione dei capi articolari, pronunciate irregolarità marginali e segni di sclerosi subcondrale delle superfici articolari, piccole aree osteolitiche di significato geodico di entità maggiore a sinistra e marcata riduzione d’ampiezza del versante laterale della rima articolare, più pronunciata a sinistra.
Piccola isola di compatta del versante superiore della sincondrosi sacro-iliaca sinistra; un’altra del diametro maggiore di 24 mm si rileva in corrispondenza della branca ilio pubica di destra.
Ritiene possibile un trattamento con cellule mesenchimali?
(ho compiuto da poco 65 anni).
So che visita anche a Bari, potremmo fissare un incontro presso quel Centro Medico?
Appena può, mi fa sapere?
Grazie.
Cordialità
Antonio Iafigliola
Buongiorno,
il referto evidenzia un’artrosi avanzata alle anche. L’attività fisica che sta svolgendo (bicicletta e nuoto) a mio avviso è la terapia migliore che possa fare per le sue anche artrosiche. In una situazione di grave artrosi bilaterale la problematica va a riversarsi sulla colonna e sulle gambe provocando stanchezza nella camminata e grazie all’attività fisica che svolge riesce a mantenere poca sintomatologia, ma non è con il trattamento infiltrativo con cellule mesenchimali che si va a migliorare la sua sintomatologia, purtroppo l’unica miglioria che può avere fino ad una restitutio ad integrum della sua attività fisica è solo con l’intervento di protesi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
La ringrazio molto per la sua risposta tuttavia non riesco ancora a capire in quali casi si utilizzano le staminali midollari dell anca e, in quali altri, siano più indicate quelle adipose da lei suggerite e praticate.
Buongiorno,
tendenzialmente le cellule mesenchimali sono più facili da prelevare e presenti in maggior numero rispetto a quelle del midollo e quindi io le prediligo. Al tempo stesso le staminali da midollo hanno un follow up più lungo, ovvero sono da più anni utilizzate, ma hanno il limite che dopo i 45 anni circa di età non ce ne sono più molte, e quindi c’è un limite con l’età che invece le cellule mesenchimali non hanno.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buona giornata, dopo6 mesi di dolori lombo sacrali indagati con lastre e rm ed esami sangue .
Mi sono rivolto ad un bravo posturologo che dopo aver fatto visita e visionato gli esami secondo lui mi ha detto che tutti questi dolori ormai da 6 mesi che mi stanno preoccupando e condizionando possono dipendere da un problema all’anca dx che crea conflitti lungo la schiena .
Mi ha consigliato di fare elettromiografia semplice arti inferiori e test stabilometrico e rx bacino e in frog e dunn 45” puo essere veramente questo il motivo ??
Buongiorno,
sono d’accordo sugli esami richiesti.
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiono dottore,ho 51 anni con una vita lavorativa molto intensa che mi porta a stare molte ore in piedi.In seguito a gonalgia del ginocchio dx che durava da circa due mesi,ho scoperto di soffrire di condropatia femoro rotulea confermata dalla rsm con il seguente referto:discretamente disomogenee le fibrocartilagini maniscali per fenomeni meniscopici specie ai corni posteriori. Regolari i legamenti crociati anteriori e posteriori ed i collaterali esterno ed interno.Nella norma il tendine quadricipitale e rotuleo.Disomogeneo per fenomeni reattivi infiammatori il legamento alare mediale.Rotula in asse nei gradi di flessione del ginocchio in corso di esame.Segni di condropatia con presenza di lesioni osteocondrali al condilo femorale laterale.Immagini di aspetto cistico pericentimetriche in sede subspinosa alla tibia.Presenza di falda di versamento intrarticolare e nello sfondato sottoquadricipitale. Gradirei sapere ,se con la tecnica infiltrativa di cellule mesenchimali può portare nel mio caso un netto miglioramento o meglio una risoluzione della patologia. In attesa di una sua risposta la saluto cordialmente.
Buongiorno,
le infiltrazioni con cellule mesenchimali sono sicuramente una delle possibili ottime terapie che si possono effettuare nel suo caso. Al tempo stesso le immagini della risonanza magnetica potrebbero aiutarci anche a valutare una soluzione chirurgica in artroscopia per ravvivare in loco le lesioni osteocondrali.
È necessario quindi effettuare una visita e visionare le immagini della risonanza magnetica.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buonasera dott. Gardelin,
l’anno scorso il chirurgo ortopedico che mi ha visitato mi ha proposto un intervento alla cartilagine del ginocchio che prevedeva il prelievo di cellule staminali midollari (dalla cresta iliaca dell anca) . Era contrario all’utilizzo di quelle adipose dell’addome perchè, a suo dire, non ci sarebbero ancora evidenze scientifiche a lungo termine che garantirebbero una buona risposta nei pazienti per gli anni successivi. Cosa mi può rispondere a riguardo?
Non meno importante è il tempo di ripresa dell’attività fisica: infatti, leggere nel suo sito che dopo 30 minuti il paziente può subito deambulare per tornare a casa è una manna dal cielo….
ricordo invece che mi era stata prospettata un’astensione dal camminare di almeno un paio di settimane… ed un ritorno allo sport dopo almeno 10/12 mesi….
Mi illumini lei se la tecnica è completamente diversa e se non ci sono svantaggi percorrendo la sua soluzione!
La ringrazio infinitamente per la sua risposta, spero di aver trovato la via della guarigione con lei!
Buongiorno,
da quello che mi descrive immagino sia previsto dal suo chirurgo un vero e proprio intervento chirurgico probabilmente in artroscopia.
Il trattamento con cellule mesenchimali dal recupero più veloce invece è una semplice infiltrazione senza aggressività chirurgica.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Salve dottore.
Dopo un operazione al ginocchio con innesto di cellule mesenchimali il paziente è in grado di guidare l auto per tornare a casa ?
Grazie
Buongiorno,
dopo l’infiltrazione con cellule mesenchimali si può guidare anche se, in parte a causa dell’anestesia locale e in parte a causa del possibile dolore al ginocchio, consiglio sempre di essere accompagnati. Ad ogni modo ci sono stati pazienti che sono tornati a casa anche in autonomia.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno dottore,
io ho 58 anni e abito a Cesate in provincia di Milano.Ho molta fiducia del medico che mi ha indicato il suo nome anche l’esperienza positiva di un suo paziente che si è rivolto a lei, quindi le vorrei sottoporre il referto della RMN del mio ginocchio destro per sapere se ritiene che sia indicata la terapia con le cellule staminali
“L’esame evidenzia un cedimento lesivo del versante interno del corpo centrale corno posteriore menisco mediale con residui edemigeni che tendono a debordare esternamente dalla femorotibiale, asperità condropatico ed ematosa senza fissurazioni profonde della femorotibiale mediale, edema spongioso sottocorticale del condilo mediale piatto tibiale mediale per alterato carico senza lesioni osteocondritiche nè osteonecrotiche. Nei limiti il menisco laterale femorotibiale laterale
Nei limiti legamenti crociati e collaterali.
Rotula moderatamente altoposta centrata con abrasione profonda ma non a tutto spessore per iperpressione del panno condrale alla faccetta mediale con modesto edema sottocorticale senza esposizione della corticale, plica medio patellare che scende a unirsi a piccola fimbria nei corpi di Hoffa infero mediali.
Versamento intrarticolare di media entità.
Restanti reperti nei limiti”
In attesa di una sua risposta la saluto cordialmente e la ringrazio
Buongiorno,
la ringrazio per la fiducia accordatami per interposte persone. Per poter valutare la situazione del suo ginocchio è necessario effettuare una visita.
Si potrebbe agire sia sulla problematica cartilaginea artrosica, con il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo, sia sulla problematica ossea, per la quale ci sono varie opzioni a seconda della gravità.
Se decide di prenotare una visita porti con sé tutta la documentazione che ha già in relazione al suo ginocchio ed è necessaria una radiografia del ginocchio in carico, con proiezione di Rosemberg.
A questo link trova le sedi presso le quali visito con i relativi contatti: https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno dottore ho 45 anni coxartrosi bilaterale congenita, operata un anno fa con tecnica mininvasiva, intervento bene , l’altra anca viene diagnosticata artrosi di 4 grado ma ancora con un po’ di cartilagine . Io sto bene e non ho nessun dolore, non mi da problemi e quindi prima che peggiori come l’altra vorrei provare le Lipogems per poter tardare intervento il più possibile . E’ Possibile ? Grazie
Buongiorno,
essendo ancora presente la cartilagine il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo rappresenta un’ottima terapia per ritardare l’intervento di protesi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buonasera Dottore dopo aver letto le ottime recensioni ricevute e averla seguita in una trasmissione televisiva, avrei il piacere di conoscerla, sono un uomo di 52 anni appena compiuti persona molto sportiva e poco più di un anno fa in una delle mie uscite di corsa, ho cominciato ad avertire un leggero fastidio sul fianco sinistro all’altezza dell’anca, passato un mese e visto che il fastidio (ripeto fastidio non dolore) non passava ho effettuato una radiografia che ha evidenziato un conflitto CAM. Da allora ho sentito pareri di diversi ortopedici, dove tutti mi dicono che la mia anca è un anca preartrosica che ha ancora della vita, ho cominciato a fare fisioterapia, magnetoterapia, rinunciando completamente alla corsa, ma il fastidio (sempre solo fastidio) è rimasto anche se certi giorni sparisce e dopo ricompare, concludendo le chiedo nel mio caso essendo un problema “meccanico” quale tipo di terapia è possibile fare per risolvere il problema e tornare se possibile ad una quasi nomale attività sportiva?
Ringraziandola anticipatamente per la cortesia, resto in attesa di poterle stringera la mano personalmente.
Giovanni Delfino
Buongiorno,
in caso di conflitto femoro-acetabolare in uno stato pre-artrosico, come ha sottolineato nella sua descrizione, quindi senza l’artrosi, si può avere un’anca ben funzionante dopo un intervento di artroscopia che va a limare e correggere le anomalie anatomiche dell’anca. Normalmente si tratta di un intervento consigliato a pazienti giovani, sotto i 35/40 anni. In caso di artrosi in un’anca con conflitto femoro-acetabolare e un consumo di cartilagine anche se non grave, l’intervento in artroscopia non è indicato e si procede con terapie conservative come quelle che lei sta già facendo, eventualmente con infiltrazioni di cellule mesenchimali per nutrire la cartilagine.
Le cellule mesenchimali sono il miglior trattamento per l’artrosi, non sono miracolose, come qualcuno potrebbe essere portato a credere, non annullano totalmente le limitazioni della mobilità, non fanno ricostruire la cartilagine consumata che non c’è più, ma permettono di conservare quella residua, grazie alla terapia, alla regolare attività fisica, e all’alimentazione corretta.
Quindi alcuni limiti sportivi si mantengono e quando la cartilagine è veramente degenerata la soluzione per avere un’anca nuova è l’intervento di protesi e ci sono varie tipologie di protesi, tra cui la protesi di rivestimento che è quella più consigliata per un paziente sportivo e giovane.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Gentilissimo Dr Gardelin,
dopo diverse visite, esami e tentativi maldestri di cure per “Coxalgia SX in fai + cisti geodiche”, mi venivano prescritte due infiltrazioni di PRP.
Lei le esegue? Qual è il costo per questo trattamento?
Dopo diverso tempo, sto iniziando ad avvertire dolore anche all’anca DX che fino a qualche mese era indolore durante i movimenti e perfettamente funzionante.
Consapevole che sarebbe comunque opportuno che mi visitasse per le valutazioni del caso, che non è possibile valutare un paziente giovane (32 anni) a distanza.
Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.
Buongiorno,
effettuo raramente le infiltrazioni con PRP perché per problematiche intra articolari preferisco utilizzare le infiltrazioni con cellule mesenchimali da tessuto adiposo.
È necessario effettuare una visita per capire se nel suo caso c’è l’indicazione all’uso delle infiltrazioni oppure no.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore, Ho 57 anni e da 1 anno circa soffro di coxartrosi bilaterale. Dal referto della RM : A sinistra si osserva un avanzato quadro di coxartrosi con grave deformazione ed appiattimento dei
capi articolari coxo – femorali, grossolane apposizioni osteofitosiche marginali e multiple aree subcondrali di aspetto geodico, parzialmente confluenti tra loro, sia sul versante acetabolare che su quello femorale.
Lo spazio articolare coxo – femorale omolaterale risulta scomparso in corrispondenza del versante di carico. Le superfici articolari coxofemorali di sinistra appaiono appiattite ed irregolari.
A sinistra si osserva inoltre un modico versamento articolare con segni di iperplasia sinoviale.
A destra si evidenzia un iniziale quadro di coxartrosi caratterizzato da una lieve riduzione in ampiezza dello spazio articolare e da iniziali appuntimenti osteofitosici marginali ai capi articolari.Non si apprezzano significative alterazioni RM a carico delle strutture muscolo – tendinee esaminate. Le chiedo cortesemente se evitando la protesi l’intervento di Cellule Mesenchimali potrebbe darmi sollievo. Grazie
Buongiorno,
purtroppo dalla descrizione la patologia dell’anca sinistra è troppo avanzata per pensare di avere beneficio con le so le cellule mesenchimali. Per avere una vita senza dolori è necessario l’intervento di protesi d’anca. Nonostante questo, grazie a un’intensa fisioterapia e attività sportiva senza carico e con l’aiuto di un’alimentazione corretta, anche in presenza di coxartrosi avanzata si possono avere alcuni benefici. A questo punto il trattamento con mesenchimali da tessuto adiposo concorre nel migliorare il dolore. Al contrario questo trattamento è molto consigliato per l’anca destra in modo da prevenire il consumo della cartilagine.
Cordialmente,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno,
Ho 52 anni e soffro di coxartrosi bilaterale da circa 5 anni e la presenza di osteofiti blocca i miei movimenti per cui salgo difficilmente un gradino e, in piedi, non riesco a divaricare i piedi più di 20 cm circa.
Normalmente non avverto particolari dolori ma in seguito ad ad un minimo di attività, anche lunghe passeggiate, soffro per dolori alle anche. Volevo sapere se, prima di pensare alle protesi può essere
utile provare un trattamento con cellule mesenchimali.
Grazie
Buongiorno,
dalla descrizione che mi ha fatto sembra una situazione di artrosi avanzata. In questo caso un’anca nuova può essere ottenuta solo tramite intervento di protesi d’anca. Il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo unito a una costante fisioterapia e una corretta alimentazione può migliorare la qualità di vita del paziente che se riesce a convivere con delle limitazioni avrà così evitato l’intervento chirurgico.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno dottore,
mi chiamo Stefano, le scrivo da Pesaro, ho 59 anni e soffro di coxartrosi bilaterale da diversi anni; dopo diversi consuti medici non tutti soddisfacienti, ho avuto il suo nominativo da un conoscente e vorrei un appuntamento per un consulto.
Le premetto che amo fare sport per averlo fatto sempre prima che la coxartrosi me lo impedisse e mi piacerebbe poterlo tornare a fare anche in maniera solo leggera…
Avrei però alcune domande da porle:
1- Ho richiesto un parere ai medici che ho consultato in precedenza in merito all’opportunità di fare l’intervento di artroprotesi bilaterale in contemporanea, ma nessuno mi ha consigliato di farlo, mi sembra però che Lei non sia di questo parere…ed eventualmente sarebbe praticabile anche per l’artroprotesi di rivestimento ?
2- L’intervento di artroprotesi di rivestimento risulta possibile sempre piuttosto che il più “classico” intervento di artorprotesi ?
3- Ho effettuato una densitometria ossea e la qualità del mio osso è risultata al livello più basso nel “range” di normalità, quali controindicazioni potrei avere ?
4- Il trapianto di cellule mesenchimali apporta benefici duraturi o solo per periodi più o meno lunghi, ed è praticabile solo in una fase iniziale di artrosi ?
Spero di essere stato abbastanza chiaro, mi scusi per le tante domande che Le ho posto e la ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
Stefano Gabrielli
Buongiorno,
in caso di coxartrosi bilaterale avanzata spesso propongo l’intervento di protesi d’anca bilaterale con tecnica mininvasiva se il paziente è in buone condizioni generali.
La protesi di rivestimento è invece un intervento più delicato che raramente eseguo bilateralmente.
Nel suo caso, con densitometria ossea al limite e, da quello che ho capito, con pretese sportive non elevate potrebbe essere preferibile l’intervento mininvasivo bilaterale con utilizzo di steli corti a conservazione del collo femorale che comunque permette di tornare ad essere sportivi.
Per quanto riguarda il trattamento con cellule mesenchimali invece, in caso di un’artrosi avanzata non si hanno risultati così soddisfacenti come con un intervento di protesi d’anca. Bisogna comunque convivere con alcune limitazioni più o meno importanti.
La aspetto al Washington Medical Center di Milano per parlare nello specifico del suo caso.
A questo link trova le sedi presso le quali visito e i relativi contatti: https://pierantoniogardelin.it/contatti
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buon Giorno, Dottore e tutti i pazienti, mi chiamo Loris della provincia di Udine, soffro di coxoartosi gamba destra a causa di un incidente avuto all’età di 17 anni, ora ne ho 53 e la situazione e precipitata, fino a qualche anno fa’ se pur con limitazioni riuscivo a praticare attività sportiva con costanza (camminata veloce, fitness, ma sopratutto karate) ora da qualche mese la zoppia e aumentata e i dolori di conseguenza mi pervadono tutto il corpo con rigidità muscolare generale, non ultimo la gamba malata stà perdendo tonicità muscolare. Leggo con entusiasmo che il rivestimento della testa del femore funziona molto bene, la qualità della vita ne guadagna, ho delle domande:
quando si può procedere con tale soluzione?
durata della protesi?
controindicazioni?
dopo l’operazione i dolori muscolari spariscono?
…… queste sono solo alcune domande, ho bisogno di rassicurazioni, su questo argomento ci sono troppe chiacchiere a volte forvianti, oppure ci si sente dire: ehhhhh così giovane è troppo presto per la protesi..
Buongiorno,
la protesi di rivestimento all’anca che utilizzo è la BHR (Birmingham Hip Resurfacing) è un intervento che si esegue da circa 20 anni con ottimi risultati e dalla lunga sopravvivenza.
L’unica controindicazione assoluta a questo tipo di protesi è l’allergia al cromo, cobalto e nichel. Il paziente ideale per la protesi di rivestimento BHR è di sesso maschile, giovane (sotto i 65 anni) e altamente sportivo o lavoratore manuale di fatica.
Dopo l’intervento il paziente può tornare ad un’attività fisica e sportiva senza limitazioni nè dolori.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Dottore buongiorno, sono Giuseppe Santostasi della provincia di Bari e precisamente Monopoli e scrivo in quanto ho 46 anni e una coxartrosi alla anche, maggiore a destra, esito della risonanza magnetica con mezzo di contrasto, rottura del labbro acetabolare e una condropatia acetabolare già evidente ed iniziale sofferenza edemigena della testa del femorale, vorrei prendere un appuntamento con lei perchè dopo aver letto tanto su di lei ed essendomi documentato sui suoi studi, mi auguro che possa aiutarmi in merito. Non nego che ho sentito altri pareri illustri che mi hanno prospettato l’artroscopia oppure protesi anca ma sono molto confuso e preoccupato.
Attendo sue, grazie
Saluti
Buongiorno,
ovviamente prima di sbilanciarmi dovrei vedere le immagini e visitarla comunque le anticipo che l’artroscopia d’anca è un intervento con molti limiti, uno dei quali è la presenza di artrosi come nella sua anca.
Per quanto riguarda l’intervento di protesi d’anca riesce a ridare al paziente una vista attiva e sportiva senza dolore.
In alternativa si possono valutare terapie conservative tra cui il trattamento con cellule mesenchimali da tessuto adiposo.
Ci vediamo a Bari quindi per discutere più precisamente del suo caso.
Cordialmente,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore
mi chiamo Davide ed ho 40 anni. Nel 2006 ho fatto una protesi dall’anca DX e finora tutto bene. Da un paio di mesi ho cominciato ad avere dolori all’anca SX esattamente uguali a quelli che avevo sull’altra anca. Ci sono rimedi prima di arrivare all’intervento? Posso essere curato con cellule staminali?
Grazie
Cordiali saluti
Davide Bricca
Buongiorno,
sì, è possibile effettuare il trattamento con le cellule staminali mensenchimali.
Le infiltrazioni con cellule mesenchimali hanno una forte azione antinfiammatoria, antidegenerativa e stimolano la produzione di cartilagine. Lo scopo del trapianto di cellule mesenchimali è evitare che la malattia artrosica in fase avanzata progredisca fino ad arrivare alla necessità di una protesi. Può vedere un video in cui fornisco alcune informazioni in merito a questo link: https://pierantoniogardelin.it/terapie-mini-invasive-lartrosi-allanca-dottor-pierantonio-gardelin-buonasera-dottore/
Se dovesse avere altre domande non esiti a contattarmi.
A questo link i miei contatti e le sedi presso le quali visito e opero: https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno dottore, ho 39 anni, soffro di artrosi all’anca destra da quando ne avevo 25 ma non ho mai fatto alcuna terapia, qualche mese fa sono stato da un ortopedico che mi ha prescritto delle iniezioni di acido ialuronico ma non mi ha convinto, per la sua esperienza vale la pena tentare oppure conviene indirizzarsi direttamente verso la terapia con cellule mesenchimali?
Grazie
Buongiorno,
la miglior terapia è quella con le cellule mesenchimali.
Con l’acido ialuronico non si riesce ad arrestare il processo artrosico, ma rischia di far peggiorare l’artrosi e di rendere inefficace la terapia con le cellule mesenchimali. Quindi consiglio come prima terapia quella con le cellule mesenchimali proprio perché agiscono meglio in una situazione di artrosi non grave. Con questa terapia infatti è possibile anticipare e prevenire il processo di degenerazione cartilaginea.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Dottore buongiorno, sono Mercanti Barbara e scrivo per mio marito che ha 39 anni e ha una coxartrosi all’anca, maggiore a destra, abbiamo preso un appuntamento con lei perchè dopo aver letto tanto su di lei ed essendomi documentata sui suoi studi, mi auguro che possa intervenire nel modo meno invasivo possibile e soprattutto che tratti i pazienti come persone e non come numeri, da psicologa per me la relazione con il paziente è fondamentale. Non nego che abbiamo sentito altri pareri illustri che ci hanno prospettato l’artoplastica di rivestimento ma non mi hanno convinto molto. Spero che lei possa prospettarci la soluzione migliore.
Cordiali saluti.
Barbara Mercanti
Buongiorno,
spero di poter aiutare suo marito nel miglior modo possibile
A presto allora
Cordiali saluti,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore,
Ho 32 anni e soffro di condropatia femoro rotulea, negli ultimi 2 anni le ho provate tutte: fisioterapia, osteopatia, trattamenti laser, magnetoterapia, infiltrazioni di acido ialuronico senza trovare soddisfacenti risultati migliorativi.
Pochi mesi fa ho eseguito infiltrazioni di PRP tramite prelievo di sangue, hanno leggermente migliorato i miei gesti quotidiani, ma purtroppo neanche questa soluzione mi ha portato a riprendere l’attività sportiva.
Appena provo ad effettuare dei lievi sforzi il ginocchio si infiamma, provocandomi dolore per giorni.
Leggendo articoli su internet, mi ha molto incuriosito la terapia di infiltrazione con cellule mesenchimali, potrebbe essere una soluzione per farmi riprendere l’attività sportiva?
La ringrazio, cordiali saluti
Michele
Buongiorno Signor Michele,
sì, le cellule mesenchimali da tessuto adiposo rappresentano la miglior terapia per combattere la problematica cartilaginea che in questo caso secondo me avrà ottimi benefici. È chiaro che la fisioterapia è importante come rinforzo muscolare riequilibrio posturale, perché è una problematica legata a squilibri posturali, quindi capire da parte del fisioterapista dove lavorare, insegnare degli esercizi e far sì che il paziente li faccia autonomamente a casa è fondamentale per la buona riuscita di qualsiasi tipo di terapia conservativa e infiltrativa.
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buona sera dott. Gardelin. Ho 45 anni e da alcuni anni mi hanno diagnosticato una CoxArtrosi all’Anca Sinistra, anche se non ho dolori significativi mi hanno suggerito di valutare la protesi siccome ho visto il suo programma su TV2000, vorrei fissare un appuntamento ma essendo di Alcamo provincia di Trapani (la punta più ad ovest della Sicilia), chiedevo se avevate dei riferimenti in Sicilia in caso contrario mi indichi lei dove poter fare una visita.
Grazie.
Buongiorno,
purtroppo non visito in Sicilia
Le uniche regioni dove visito sono la Lombardia e la Puglia
In questa sezione sul mio sito troverà tutti i riferimenti https://pierantoniogardelin.it/contatti/
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno dott. Gardelin. Ho 64 anni ed ho sempre praticato calcio a livello amatoriale. Ad ott 2016 ho avuto un intervento di mescectomia parziale gn-dx; seguito vari cicli di fisioterapia ed infiltrazioni di acido iarulonico. L’ ultima rm gn-dx ha diagnosticato una artori di 3-4 grado; in questo periodo ho letto delle cellule mesenchimali. Vivo a Venaria reale ( Torino). Dove posso fissare un appuntamento x una visita ?? Grazie x la sua disponibilita’ e da quanto letto della sua umanita’
Buongiorno,
può prendere appuntamento presso il Washington Medical Center a Milano chiamando il numero di telefono 02 66666840. Il Washington Medical Center si trova in Via Salvio Giuliano 5/3.
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore,
Sono una ragazza di 35 ann e ho dolore alle anche da 2 mesi e mezzo. Dopo rx e rm pensavano avessi il FAI ma uno specialista mi ha detto che ho problemi alle anche ma che non è FAI. Dato che, come visibile da rx, ho dei lievi appuntimenti osteofitosici sui cigli cotilodei..è possibile rimuoverli con onde d’urto e poi procedere con infiltrazione di staminali? Oppure è sempre necessaria artroscopia? Oppure è possibile fare artroscopia e contestualmente fare infiltrazione di staminali? A breve farò artro rm con contrasto per vedere il livello del danno della cartilagine. In questi due mesi ho seguito una dieta antinfiammatoria senza cereali, zuccheri e latticini e dolori sono leggermente diminuiti ma sono dimagrita. Le cellule staminali si possono ricavare solo dal grasso addominale?
La ringrazio in anticipo
Saluti
Buongiorno,
le onde d’urto non sono sufficienti, per togliere gli osteofiti è necessaria l’artroscopia. Artroscopia e infiltrazioni con cellule mesenchimali da tessuto adiposo si possono fare nello stesso momento. Per quanto riguarda il grasso, se non è presente a livello addominale lo si può trovare spesso sui fianchi o in altre parti del corpo. L’artroscopia è un intervento che ha delle controindicazioni e nel momento in cui si è già instaurata una problematica artrosica, e gli osteofiti normalmente sono il segno che questa degenerazione sta già avvenendo, vi è controindicazione nell’eseguire l’artroscopia. L’artroscopia si esegue per limare delle eccedenze ossee in assenza di processo artrosico.
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin
Salve dottore, ho 36 anni, sono alto un metro e 76 e peso intorno ai 74 kg. In seguito a infortunii ho subito in entrambe le ginocchia intervento di meniscectomia. Al momento ho dolori soprattutto al ginocchio sx il quale, da ultima risonanza (fatta il 7 maggio), risulta colpito da gonartrosi ma solo nella parte esterna. Ho una vita molto attiva, viaggio molto, non zoppico, riesco a fare tutto, solo che dopo lunghe passeggiate mi si infiamma e in questi casi mi servono alcuni giorni di recupero per sfiammare. Il dottore che mi ha seguito fino ad ora mi ha proposto il trapianto di menisco, io invece vorrei valutare altre ipotesi. Possibile che a 36 anni io sia già condannato alla protesi?
Buonasera,
l’intervento di protesi è da ritardare il più possibile nel caso di un paziente giovane.
La miglior terapia possibile è l’infiltraZione con mesenchimali da tessuto adiposo.
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin
soffro di gonartrosi al ginocchio destro in una lieve forma di varismo ,ho già fatto infiltrazioni di acido ialuronico e quelle di sangue autologo, sarei interessata ad effettuare infiltrazioni di cellule staminali mesenchimali da grasso autologo, dove si possono effettuare? GRAZIE (ho 64 anni)
buonasera,
io le eseguo a milano presso il washington medical center
cordialmente
gardelin
buongiorno, vorrei sapere se questa terapia presenta controindicazioni essendo stata operata di tumore al seno, grazie
buongiorno signora nadia
ci sono studi scientifici che escludono problematiche con pazienti che hanno patologie oncologiche
cordialmente
gardelin
Buongiorno Dottore ho 54 anni sono stata operata 15 anni fa di carcinoma mammario ,fatto cura con tamoxifene e decapeptil guarita completamente
Da 2 anni ho iniziato ad avere problemi anca sinistra ,non riesco quasi più a camminare , dolore forte prima all inguine e poi si irradia fino al ginocchio ,
Spesso rimango bloccata e non riesco a mettermi dritta
Anche di notte ho dolore
Non riesco a salire e scendere dalla macchina,non riesco ad allacciare la scarpa ,il problema è solo lato sinistro ,lato destro non ho nessun dolore
Ho fatto cura farmacologica l l’anno scorso senza nessun miglioramento ,anzi sono peggiorata
Ho fatto rmn bacino e rm colonna lombosacrale
Invio esiti
RMN bacino
Coxatrosi con osteofiti marginali alle teste femorali,ai tetti delle cavità acetabolari,ed a sede trocanterica bilaterale
Assotigliati ed irregolari i tetti delle cavità acetabolari,con evidenzia,a sinistra di grossolane lacune geodiche,con sclerosi marginale e diffuso edema della spongiosa dell osso sib-condrale
Irregolarità condrale con modesto edema dell osso marginale si osserva a sede anteriore della testa femorale
Ridotta ampiezza delle rime articolari
Presenza di versamento articolare bilaterale con sinusite reattiva
Sclerosi del versante inferiore dell’articolazione sacro-iliaca di destra con edema dell’osso marginale sul versante iliaca
Vi è cura per il mio caso?
La ringrazio anticipatamente
Distinti saluti Lavinia
Buongiorno
da quello che mi descrive vedo solo nell’intervento chirurgico di protesi d’anca la soluzione ai suoi problemi.
Cordiali saluti,
Dottor Pierantonio Gardelin
Buongiorno Dottore.Ho 41 anni,ho fatto radiografia al ginocchio il referto è gonartrosi è consigliabile di fare infiltrazioni con acido ialuronico.Grazie
Buongiorno,
le infiltrazioni con acido ialuronico hanno normalmente un buon esito sul dolore in caso di gonartrosi.
Cordialmente,
Dott. Pierantonio Gardelin