
02 Apr Non solo protesi: la storia di un’artrosi d’anca curata con cellule staminali
In caso di artrosi d’anca, la prima soluzione a cui si pensa è sempre la protesi. In realtá, non è l’unica possibilitá, e spesso le cure alternative possono dare buoni risultati senza dover arrivare alla sala operatoria. La storia di questa paziente, raccontata dal dottor Pierantonio Gardelin, ne è l’esempio.
«Ho conosciuto questa paziente a giugno del 2018 – racconta il dottor Gardelin -. Dopo aver consultato ben tre specialisti, e viaggiato più di 1000 chilometri, dato che vive in Sicilia, si è presentata nel mio ambulatorio con una radiografia che mostrava uno stato di artrosi all’anca piuttosto grave ed avanzato. Tutti gli specialisti che l’avevano visitata prima di me non avevano dubbi: doveva sottoporsi all’intervento di protesi all’anca, non c’erano alternative. Effettivamente, l’avanzato stato di degenerazione della cartilagine dell’articolazione non lasciava spazio a molte altre soluzioni. Nonostante questo, abbiamo optato per la via non-chirurgica. Assieme alla paziente, abbiamo pianificato una rivoluzione nel suo stile di vita: cambio di alimentazione, integratori anti-artrosi e fisioterapia. Grazie alla collaborazione con il fisioterapista, infatti, abbiamo organizzato un piano per il recupero e il rafforzamento muscolare. Inoltre, il mio collega le ha insegnato esercizi e le ha raccomandato di eseguire varie sessioni di cyclette ogni giorno, consiglio che la paziente ha seguito alla perfezione fino a novembre. In quel mese, infatti, abbiamo eseguito il trattamento con infiltrazione di cellule mesenchimali, allo scopo di stimolare l’instaurarsi di un processo antinfiammatorio, per migliorare la sintomatologia senza dover ricorrere alla protesi. Dopo qualche giorno in cui la paziente avvertiva fastidi all’anca, ha continuato con gli esercizi di fisioterapia e rafforzamento. La settimana scorsa, a 4 mesi dal trattamento con cellule mesenchimali, l’ho rivisitata ed ho rilevato miglior qualità deambulatoria, con una buona mobilitá, ma soprattutto soddisfatta per aver risolto la patologia, eliminato il dolore ed evitato l’intervento di protesi, ben consapevole che il nuovo stile di vita non andrà mai abbandonato».
Il dottor Gardelin visita a Milano, Monza, Saronno, Taranto e Bari >>