
26 Gen Protesi d’anca: di cosa è fatta?
Quando è necessario mettere una protesi d’anca, i pazienti spesso mi chiedono: “di cosa è fatta la protesi che mi metterà durante l’intervento?” “Quali materiali vengono utilizzati?” Titanio, tantalio, ceramica, metallo, oxinium: sono i materiali con cui più frequentemente si costruiscono le protesi. Vediamoli insieme.
Come è fatta una protesi d’anca
La protesi d’anca, che deve andare a sostituire l’articolazione dell’anca, è costituita da due elementi principali: una chiamata cotile che ricopre l’acetabolo, l’osso del bacino; l’altra chiamata testa femorale. Nell’articolazione sana, acetabolo e testa del femore sono entrambe rivestite di cartilagine, che però si usura completamente nei pazienti affetti da coxartrosi, cioè artrosi.
Nella protesi d’anca la “coppa” chiamata cotile riveste l’acetabolo. A livello femorale, si introduce nel canale femorale uno stelo, di dimensioni e design variabili, che permette alla protesi di restare saldamente ancorata al femore. Durante l’intervento di protesi d’anca, quindi sarà necessario rivestire o sostituire entrambe le componenti, sia quella acetabolare che quella femorale.
Materiali: di cosa è fatta la protesi d’anca?
Sull’acetabolo normalmente si va a “incastrare” il cotile emisferico in titanio la cui superficie viene trattata allo scopo di renderla porosa così da facilitare la completa adesione tra osso e protesi. Oggi, il materiale più performante per la protesi rispetto al titanio, è il tantalio, la cui struttura è molto simile all’architettura dell’osso; questo facilita una immediata e più duratura adesione della protesi all’osso. Il tantalio è però un materiale più costoso del titanio e quindi si utilizza solo in casi particolari.
Anche a livello femorale, in cui la componente protesica prende il nome di stelo, si utilizza principalmente il titanio. Qui la differenza è data principalmente dal design dello stelo che può essere più o meno invasivo sul canale femorale.
Grande importanza per limitare al massimo l’usura della protesi è data dai materiali che costituiscono le superfici di scorrimento che si affronteranno durante il movimento dell’anca, ovvero la testina dello stelo che scorre all’interno dell’inserto del cotile.
La testina può essere in metallo, ceramica o oxinium. Quest’ultimo è il materiale che utilizzo principalmente. L’oxinium è una lega costituita per la maggior parte da zirconio ossidato e in minor quantità da niobio, e viene trattato ad elevatissime temperature in modo che la superficie si “ceramizzi” acquistando le proprietà di scorrevolezza e resistenza all’usura della ceramica mantenendo il “cuore” con la resistenza del metallo. Questo materiale permette di risolvere le critiche, finora, rivolte alla ceramica per la sua potenziale fragilità e quindi possibilità di rottura. Questa testina in oxinium si articola con un inserto in polietilene reticolato e cross-linkato di ultima generazione. Questo accoppiamento è denominato VERILAST e, da studi in vitro, ha una durata di oltre 30 anni.
Protesi di rivestimento: la protesi per i maschi
È doveroso fare un discorso a parte per l’intervento di rivestimento della testa femorale che non viene tagliata bensì ricoperta da una coppa in metallo. Il metallo è sempre stato un materiale molto resistente con un rischio di usura molto basso e per questo molto utilizzato anche in passato.
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Oggi, l’intervento di rivestimento con protesi in metallo ha indicazioni precise: essendo destinato solo ai maschi, si riesce a bypassare il problema del rilascio di eccessive quantità di ioni metallo, che per un periodo aveva “messo al bando questa protesi così performante”, grazie alla notevole grandezza della testa femorale nel maschio. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che utilizzando rivestimenti maggiori di 48 mm (diametri che si riscontrano in quasi tutte le teste femorali dell’uomo) si sono praticamente azzerate le complicanze legate al metallo. La protesi di rivestimento più affidabile è quella della Smith and Nephew, denominata BHR (Birmingham Hip Resurfacing), studiata da 20 anni, grazie al connubio perfetto tra design e metallurgia.